In ricordo di Massimo Pressiani

Questo non vuole essere l’ultimo ricordo di Press, ma l’inizio di una memoria più densa e trasparente della sua presenza e quindi della Presenza grande di Gesù che ci ha toccati attraverso di lui.
La presenza di Press e quindi la Presenza di Cristo.

In questo “quindi” sta il mistero dell’ultimo anno della vita di Press, un anno in cui lui, facendo apparentemente sempre di meno è stato invece sempre di più occasione di conversione per ciascuno di noi.

Il primo aspetto della memoria è la gratitudine per l’amicizia di Press adesso. Adesso.
Anche di fronte alla morte ed al nostro dolore possiamo adesso riconoscere un’amicizia che è più grande di dolore e morte.
Non perché sforzandoci ci stringiamo forte gli uni agli altri, ma perché siamo messi insieme da un Altro che ha vinto davvero la morte.
Il dolore di Press è stato fecondo in Cristo. Il nostro dolore può avere la stessa fecondità.
Questo è un cammino che inizia e che ci rende – oggettivamente – più amici di prima.
Così, misteriosamente, Press continua a costruire un popolo, la Chiesa e – attraverso questa – la sua famiglia.
Silvia desidera ringraziarvi ad uno ad uno. Non formalmente, ma per il sostegno concreto che in modi e forme diverse ciascuno sta dando a lei ed ai bambini.

Apri Signore il nostro cuore alla medesima gratitudine per questo miracolo!

Un secondo aspetto della memoria di Press è tenere presente la sua amicizia e gli incontri concreti di cui questa amicizia era fatta, come documenta quello che ci scrive Talla.

Caro Massimo,
grazie per la tua fede semplice e viva. Ricordo le sere passate insieme durante la fraternità o a scuola di comunità quando iniziavano dei discorsi un po’ troppo complicati e lamentosi sul movimento e sulla vita, tu subito sentivi il bisogno di intervenire per dire “poche storie! ci facciamo troppi problemi!” e così ci richiamavi alla concretezza della nostra fede.
Una fede concreta fatta di gesti per te importanti come il sostegno alla scuola con l’olio e le uova di Pasqua, la colletta alimentare con le cene e i momenti di preparazione, le 10 righe di giudizio, la messa con il vescovo, il pranzo con gli amici di Forlì e poi il compito di raccontare a tutti la tua esperienza e di quei quintali di beni alimentari raccolti per i più bisognosi.
Tutto ti interessava: il calcio, la politica, la scuola, tutta la vita doveva essere vissuta con pienezza.
Il campo in montagna era per te il momento più atteso dell’anno perché era pieno ed era evidente a tutti la bellezza della nostra amicizia in Cristo.
Nell’ultimo pranzo insieme a casa tua un mese fa una frase mi ha colpito, mentre eri sofferente sulla sedia a rotelle mi hai detto: “il campo delle famiglie in montagna, farei di tutto per venire” e sospirando subito dopo hai detto “vedremo….” .
Ora che sei abbracciato da Cristo in un luogo più alto delle nostre montagne aiutaci affinché come te riusciamo a riconoscere sempre la presenza di Gesù in ogni istante della vita.
Come dicevi tu “Poche chiacchiere e filosofia, è ora di vivere”

Dona Signore la stessa concretezza alla nostra fede!

Un terzo modo per far memoria di questa presenza è rileggere ciò che Press ha scritto sei mesi fa a chi guida la Colletta Alimentare.

Mi chiamo Massimo, sono di Cesena, ho quarantatre anni, una moglie e tre figli.
Ho sempre partecipato alla Giornata della Colletta Alimentare in questi diciotto anni, prima come capo equipe poi, condividendo la responsabilità con altri tre amici, come responsabile cittadino.
E’ sempre stata una esperienza utilissima, un gesto esemplare da cui imparare a vivere meglio il lavoro, la famiglia ed il rapporto educativo con i figli.
Quest’anno sono stato colpito da una malattia importante e il contributo “fisico e organizzativo” che ho potuto dare è stato praticamente nullo.
Le terapie mi fanno sentire, soprattutto nella seconda parte della giornata, molto stanco.
Comunque mi ero preparato il mio piano per la giornata della Colletta: avrei fatto un turno di due ore di prima mattina in un punto vendita, avrei fatto la spesa e poi, stanchezza permettendo, poco altro.
Ma martedì arriva la telefonata che mi annuncia che proprio sabato 29 novembre mattina alle 9.00 ho la TAC con contrasto per vedere se i vari tumori che ho in corpo (ormai mi viene da chiamarli per nome tanto gli voglio bene perché sono segno di Cristo) si rimpiccioliscono e se le terapie funzionano.
Mi cade il debole castello di carte che avevo costruito. Proprio il 29 novembre!!!

Ma cos’è la Colletta se non fare la spesa e stare al gesto che ti è dato?
Quest’anno per me la Colletta sarà fare la spesa nel supermercato dove mio figlio più grande farà il volontario con gli amici dei Cavalieri del Graal (è la prima volta che fa la Colletta senza di me ma con i suoi amici) e aderire al famigerato, a volte boicottato e poco considerato SMS solidale. Non lo avevo mai pensato come un gesto importante ma quest’anno è uno dei due metodi per cui posso aderire pienamente alla Colletta.
La cosa che mi colpisce in quello che sta succedendo è che non c’è nessuna differenza tra investire almeno due mesi del tuo tempo per fare in modo che la Colletta sia un gesto curato e bello e fare “solo” la spesa e/o aderire ad una campagna di SMS solidale.
La questione è obbedire alla realtà e alla verità che Cristo ti pone davanti.
Mentre farò la TAC dirò un Rosario per la giornata della Colletta e per i miei amici. Il resto sono chiacchiere e filosofia.
Posso fare esperienza di questo solo grazie a mia moglie Silvia, che si è ammalata l’anno scorso, che sostiene che la nostra famiglia sia in una situazione privilegiata. Io non lo capisco ma seguo chi vive meglio e più felice di me.
Massimo

Donaci Signore la stessa semplicità di seguire.
E così sia.

Pubblicato giovedì 18 Giugno 2015 alle 00:00

Una risposta a “In ricordo di Massimo Pressiani”

Commenti

  1. Gloria 23 Giu 2015 / 08:32

    Questa lettera è davvero bella

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