Con gli immigrati per superare l’indifferenza

La Caritas diocesana ha organizzato un incontro nella parrocchia dell’Osservanza a Cesena

“Impotenti sì, indifferenti no”. Con questa consapevolezza la Caritas diocesana ha incontrato lo scorso 6 maggio un gruppo di profughi africani ospiti nelle strutture dell’Asp Cesena Valle Savio. All’appuntamento, svoltosi alla parrocchia dell’Osservanza e conclusosi con una cena, hanno partecipato una trentina tra volontari e operatori della Caritas e sei giovani immigrati accompagnati da Pietro Maraldi del Centro servizi per stranieri ’Sanzio Togni’ di Cesena.

“Un piccolo gesto, anche se non abbiamo mezzi e strutture per accogliere questi nostri fratelli, è importante conoscerli, conoscerci – ha affermato il direttore della Caritas Ivan Bartoletti Stella -. Facciamo tesoro delle parole di papa Francesco, che a Lampedusa ha parlato del rischio di cadere nella ’globalizzazione dell’indifferenza’. Ed è facile che succeda, perchè gli sbarchi si verificano ogni giorno, quasi sempre con le loro vittime. Ma noi non vogliamo restare indifferenti”.

L’assuefazione alle immagini dell’odissea dell’immigrazione dal Continente nero fornisce un’errata percezione della reale situazione degli immigrati presenti in Italia. “Pensiamo ci sia un’invasione dall’Africa, ma dai dati del 2013 emerge che gli africani sono circa il 25 per cento del totale dei migranti. Ancora, in maggioranza vengono dall’Est Europa – spiega Pietro Maraldi -. I ragazzi da noi ospiti vengono dall’Africa occidentale. Lo scorso anno c’è stata l’emergenza più grande: a causa delle numerose partenze dalla Libia, il Ministero dell’interno ha predisposto un sistema di accoglienza di emergenza a cui ha aderito anche il Comune di Cesena. Nelle cinque strutture dell’Asp sono accolti 52 profughi, tutti uomini, a Oriola ce ne sono 20, altri ad Alfero e quasi 80 a Cesenatico. Entro l’anno la Prefettura ci ha chiesto di ospitarne altri cento”.

Il Comune di Cesena offre un sistema di accoglienza ordinaria per i richiedenti asilo, tra cui ospita due famiglie. “Scappano dalle guerre, ma anche per migliorare le proprie condizioni di vita. Non dobbiamo fare una graduatoria dei motivi più validi per accettare queste persone. Per venire in Italia hanno corso tanti rischi in viaggi molto lunghi. Di quanti abbiamo incontrato, nessuno ha detto che lo rifarebbe”, prosegue Maraldi.

Il Centro servizi per stranieri di Cesena è nato vent’anni fa e assiste gli immigrati in primis per quanto riguarda il disbrigo delle pratiche burocratiche. “La cosa principale di cui ci occupiamo è la consocenza della lingua – afferma -. L’accoglienza dei profughi ha termine dopo 15 giorni dall’ottenimento del permesso di soggiorno per protezione che può essere umanitaria o sussidiaria oppure di rifugiato. La maggior parte di questi immigrati non li vediamo più. Le scorse settimane sono partiti 7 profughi della prima emergenza, arrivati lo scorso anno: solo uno è rimasto in città mentre gli altri si sono diretti in altri Paesi europei”.

Altro luogo comune da sfatare è che lo Stato italiano dia un contributo in denaro agli immigrati. “Il costo massimo giornaliero per l’accoglienza di ciascuno è di 34 euro, di cui solo 2,50 vanno a loro. I profughi sono accolti in diversi appartamenti di proprietà del Comune e seguono un regolamento: non possono ospitare altre persone e sono consentiti piccoli spostamenti per un massimo di 48 ore”, conclude Maraldi, che ha chiesto ai volontari della Caritas di incontrare i ragazzi e parlare con loro, così che possano imparare l’italiano e aprire il loro cuore.

Nelle scorse settimane, alcuni di loro, hanno iniziato un servizio di volontariato (4 ore la settimana) per la pulizia dei parchi e dei giardini pubblici insieme a volontari italiani.

Francesca Siroli

Pubblicato giovedì 21 Maggio 2015 alle 00:00

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