Commento al Vangelo – III Domenica di Pasqua – Anno B

Se facciamo esperienza del suo amore, saremo suoi testimoni

Domenica 19 aprile – III Domenica di Pasqua – Anno B
At 3,13-15.17-19; Salmo 4; 1Gv 2,1-5a; Lc 24,35-48

Già da due settimane risuona questo annuncio: il Signore è veramente risorto! Pasqua è passata, il lavoro e la scuola sono ricominciati; nelle prossime settimane saremo invitati a feste di Prime Comunioni, Cresime, Matrimoni… La vita è ripresa regolarmente e l’estate si avvicina.

Ma che cosa è cambiato nella nostra vita dal giorno di Pasqua? La Chiesa, in questa domenica, ci richiama a questo evento. Dopo il racconto dei due ritornati da Emmaus, Gesù risorto si fa nuovamente presente in mezzo ai discepoli. E loro sono sconvolti, dubbiosi e pieni di paura. Quanto assomigliamo a questi discepoli confusi e smarriti! Quanta fatica facciamo anche noi a riconoscere il Risorto presente nella nostra vita. Ma Gesù non molla: “Sono proprio io!”. Dobbiamo allenare lo sguardo e il cuore a riconoscerlo, a superare le paure e i dubbi: il dubbio è pigrizia che blocca perché non lascia coinvolgere. Facciamo attenzione perché a volte dubitare può essere un modo per non mettersi in gioco, per stare alla finestra, per non agire.

Come Pietro dice: “… Avete ucciso l’autore della vita…”, così noi sposi dovremmo gridare: chi abbiamo messo da parte? Chi abbiamo escluso dalla nostra vita di coppia? Gesù! Ma quel Gesù che è stato ucciso è Risorto, e noi sposi siamo testimoni che Lui è la fonte della nostra vita di coppia e di famiglia. Questo gli sposi annunciano: Gesù è vivo ed è in mezzo a noi! “E nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati”. Ognuno di noi ha la possibilità di ri-iniziare, in qualunque momento, un cammino che porta a Dio, che cambia il cuore, la testa e la vita, per non essere più lontani da Lui, ma avvolti nel Suo Amore. E se facciamo l’esperienza del Suo amore, per forza saremo suoi testimoni, con la vita, con la parola e il servizio. Siamo discepoli di un Dio innamorato e non sudditi paurosi di un dio che castiga: abbiamo questa novità esplosiva da condividere e da donare come possiamo, come siamo capaci, nella vocazione che abbiamo ricevuto. Non lasciamoci sfuggire nessuna occasione: a volte, davvero, basta solo un sorriso.

“Incominciando da Gerusalemme…”, cioè da dove viviamo, onorando il padre e la madre, desiderando il bene del coniuge, rispettando la vocazione dei figli, sopportando con la virtù della pazienza parenti, vicini, capi o colleghi di lavoro… Sarà veramente Pasqua se cominceremo a testimoniare con coraggio la verità e l’amore di Cristo e se sapremo essere cristiani veri dappertutto.

Sabrina e Andrea Delvecchio

Pubblicato giovedì 16 Aprile 2015 alle 00:01

Trattandosi di un vecchio articolo non è più possibile commentare.

Brevi quotidiane

Ultimi articoli

Ultimi interventi

Parole di Vita

Archivio Documenti