La ricetta-Miriano: “Amarsi tanto e sempre. E ridere moltissimo”

I “Dialoghi con la città” della Diocesi di Cesena-Sarsina si sono chiusi giovedì scorso, in un’affollata aula magna di Psicologia, con l’intervento della giornalista e scrittrice Costanza Miriano sul tema “Famiglia capovolta”.

Dal suo primo libro “Sposati e sii sottomessa” (2011) la Miriano è divenuta bandiera di una visione cristiana della famiglia, con un seguito crescente di lettori e di pubblico. Una presenza, quella della scrittrice, divisiva: contestata da una decina di femministe e attivisti del gruppo Rimbaud piazzati all’uscita dell’Aula magna, osannata all’interno con centinaia di persone in fila per un autografo al termine della serata.

E’ stata la Miriano stessa, però, a mettere le mani avanti nei confronti di chi vorrebbe farne un’icona: “Mi arrabatto come tutti e non sono una mamma perfetta. Sono molto spesso in giro e vorrei stare di più con i miei figli”.

I suoi libri, scritti con molta ironia, partono da una constatazione: “Per molto tempo la morale borghese si è sovrapposta alla morale cristiana quando si parlava di famiglia. Oggi i muri sono crollati e non è detto che sia un male. Si rimane assieme solo se si è tenacemente convinti e con libertà, anche se i messaggi che arrivano dalla società spingono la coppia in direzione opposta”.

“Molti hanno pensato che il titolo “Sposati e sii sottomessa” sia stato scelto come furbata per vendere, io credevo il contrario. Con questa frase mi riferisco a un rischio, la tentazione femminile per eccellenza, quella del controllo, la volontà di formattare e manipolare le persone con la sindrome della maestrina”.

Una logica di dominio che, per la Miriano, non si scardina con l’emancipazione: “Penso di essere emancipata, lavoro mattina e sera, passo tempo in famiglia. Ma la proposta cristiana per l’uomo e la donna è di uscire, entrambi, dalla logica di chi comanda, chi domina, mettendosi al servizio dell’altro in un’ottica di amicizia e di alleanza”.

Per la scrittrice “La donna ha una funzione di specchio, deve far vedere all’uomo il suo bello senza pretendere che cambi. Pretendere non porta a nulla. Pensiamo ai primi cristiani: facevano le cose di nascosto e non stressavano nessuno, eppure la gente li seguiva perché erano credibili”.

Il termine “sottomessa” genera in molti, però, delle inquietudini. Le donne devono forse rinunciare al lavoro o a forme di realizzazione al di fuori della famiglia? “Io non dico che tutte debbano rimanere a casa, la donna deve scegliere. Come in Francia, paese molto più laico del nostro, dove con assegni familiari più alti si è nelle condizioni di scegliere liberamente. In Italia invece gli assegni familiari sono tali sono di nome: li abbiamo persi, pur avendo 4 figli, appena ci siamo sposati in Comune. E’ importante che ogni donna sia davvero felice nelle scelte che compie. Eppure mi chiedo se possa davvero bastare una sola ora al giorno con i figli. Io non credo che le donne siano fatte per mettere così tanto da parte la vita di relazione”.

Stare assieme “per sempre”, vale anche nel caso di violenze domestiche? “Per prima cosa bisogna separarsi per cercare di ricostruire il rapporto su basi sane. Gli episodi di violenza sono sempre da condannare, anche se non è vero che i casi di femminicidio sono in aumento, l’uomo nei secoli è sempre stato più violento della donna”.

Consigli per il rapporto di coppia? “Amando il marito e la moglie, ancor prima dei figli, sia ama Dio. Bisogna sedursi sempre, continuando a curare la propria intimità, e ridere tantissimo”.

MiB

Pubblicato giovedì 2 Aprile 2015 alle 00:01

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