Quartieri, aspro dibattito sulla proposta del Comune

CESENA – I quartieri nelle piccole e medie città dovevano sparire in base a una legge del 2008, eppure a Cesena sono vivi. Di più, negli anni il Comune li ha fatti diventare un presidio sul territorio, incaricandoli di raccogliere le segnalazioni dei cittadini e le manutenzioni più urgenti.

L’escamotage trovato nel 2010, in barba alle leggi nazionali, fu quello di trasformare i quartieri da istituzioni ad associazioni di partecipazione popolare. Per ovviare al divieto di abbinare le elezioni ad altre consultazioni, il Comune scelse la data delle Regionali allestendo dei seggi vicini, ma distinti, a quelli ufficiali (in alcune scuole si entrava dal retro) affidando lo scrutinio alle associazioni di volontariato.

Le dimissioni di Vasco Errani e il rinnovo anticipato del Consiglio regionale (nel novembre scorso) hanno reso impossibile riproporre questa modalità. Così il Comune, stante l’obbligo di non avere spese, ha pensato a una sorta di voto indiretto per i nuovi Consigli (da rinnovare entro metà maggio). I cittadini interessati potranno presentare delle autocandidature, sarà poi il Consiglio comunale (in proporzione ai seggi di ciascuna forza) a designare i componenti dei Consigli di quartiere.

Ma ancor prima che il Consiglio si esprima sul nuovo regolamento (il voto è fissato per giovedì 26 marzo) quasi tutte le opposizioni sono insorte. In primis quelle che, non essendo riuscite a eleggere nemmeno un consigliere alle consultazioni del maggio scorso, si ritroverebbero escluse dai nuovi quartieri. Parliamo di Liberaldemocratici (i primi a sollevare il problema), Progetto Liberale, Sel e Rifondazione Comunista (entrambi fuori dalla maggioranza pur avendo sostenuto inizialmente Lucchi), Psi, Comunisti italiani e Lega Nord. Tra i contrari si annoverano comunque anche forze presenti in Consiglio, come la lista Cesena siamo noi e il Movimento 5 stelle. Tutte le sigle si sono riunite per questa battaglia sotto la definizione “Fronte unico della partecipazione democratica”. Critico anche il Centro democratico (Bartolomei) che, pur senza emettere condanne, vorrebbe un’apertura alle autocandidature dei residenti senza ingerenze partitiche.

All’appello mancano solo Pd e alleati di Semplicemente Cesena, da una parte, e il centrodestra di Libera Cesena (Fi, Ncd, Udc, Fdi e Pri) dall’altra: se il regolamento passerà, saranno loro a nominare i futuri consiglieri.

Pubblicato giovedì 26 Marzo 2015 alle 00:02

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