Commento al Vangelo – Domenica delle Palme – Anno B

Il racconto della Passione va contemplato, pregato e vissuto

Domenica 29 marzo – Domenica delle Palme – Anno B
Is 50,4-7; Salmo 21; Fil 2,6-11; Mc 14,1-15,47

Il racconto della passione non ha bisogno di commento, va solo contemplato, pregato e vissuto. Molti personaggi si muovono attorno a Gesù arrestato, processato e condannato.

Forse ci sono dentro anch’io: “Sono un apostolo. Gesù mi chiama a vivere la sua ultima cena e a continuarla anche quando lui non ci sarà più. Ma poi dimentico che è la cena dell’amore e della condivisione, e mi perdo a discutere quanto valgo, nella ricerca di essere il primo, il più grande. Ma Gesù mi ricorda che il vero potere è servire, e la vera grandezza è farmi piccolo e povero. – Sono Pietro. Ho voglia di credere e di rimanere fedele a Gesù. Ma basta un’accusa a farmi prigioniero della paura, a farmi dimenticare che Gesù ha bisogno di me. Ma il Suo sguardo mi riempie gli occhi di lacrime, e il mio cuore duro si scioglie nell’emozione del perdono. – Sono Giuda. Con un bacio tradisco Gesù e la sua fiducia: vicino con il corpo gli sono lontanissimo con il cuore. Ma c’è ancora spazio di perdono anche per me. – Sono Pilato. Mi lascio condizionare dal mondo, non ascolto più la coscienza, luogo vero dell’incontro con Dio, ma ascolto solo quello che viene da fuori, dalla gente, dal potere, dai pregiudizi. – Sono uno tra la folla. Grido “Crocifiggilo” mentre qualche giorno prima lo osannavo mentre entrava in Gerusalemme. Come sono veloce a cambiare parere e facile a farmi influenzare dalla mentalità comune e dal “si dice…”. Ma Gesù sulla croce invece di maledirmi dirà: “Oggi sarai con me in paradiso”. – Sono il Cireneo. Preso per caso, aiuto Gesù a portare la sua croce che per un piccolo tratto diventa come mia. Imparo a essere disponibile sempre, ogni volta che qualcuno ha bisogno di un sostegno. Non gli risolvo il problema, ma gli faccio sentire una vicinanza amica. – Sono il buon ladrone. Sono peccatore e anch’io insulto Gesù… Poi, colpito nel profondo del cuore da Colui che ho accanto, mi affido alla Sua misericordia. – Sono le donne. Stanno accanto a chi soffre, aiutano come possono e non si vergognano di essere fra gli amici di coloro che nessuno vuole (perché impopolari, emarginati, non alla moda, ecc..). Sono il Centurione, colui che è disponibile a cambiare idea, che riflette e riconosce Gesù”. Sarò capace di stupirmi ancora in questa Pasqua o sarà per me solamente la celebrazione di una storia morta nel passato? Lasciamo che la follia dell’amore della croce penetri nel nostro cuore”.

Sabrina e Andrea Delvecchio

Pubblicato giovedì 26 Marzo 2015 alle 00:00

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