La bellezza si rinnova

di Francesco Zanotti

Testimoni ammirati. Ha usato questi termini il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, nella sua prolusione di lunedì scorso in apertura dei lavori del Consiglio permanente. Lo ha fatto per descrivere il sentimento con cui i vescovi italiani seguono le vicende per nulla semplici di chi si spende ogni giorno in questo Paese alle prese con gli ennesimi casi di pubblica corruzione.

Ha ricordato, il cardinale-presidente, l’eroismo di quanti “vivono i loro impegni di famiglia, di lavoro, di fede con serietà e dignità commoventi”. Non è per nulla scontato portare avanti le incombenze quotidiane quando si assiste alla sequela di scandali che anche nelle ultime settimane è emersa come un “malcostume e un malaffare che sembrano diventati un regime”. Occorre fare leva su doti non comuni, per non cedere a un certo fatalismo che rischia di fare breccia anche fra i credenti.

Troppo diffusa la corruzione. Troppo stratificato uno squallido modo di intendere l’amministrazione della cosa pubblica. Lo ha denunciato con estrema fermezza anche papa Bergoglio sabato scorso a Napoli. Ecco perché si deve investire ancora nella buona politica come espressione alta della carità.

“Si deve reagire e ciò è possibile – ha detto il presidente della Cei -. Tutti siamo interessati al bene comune, e tutti ne siamo responsabili con i nostri comportamenti”. Certo, i livelli sono assolutamente diversi, ma ciò non significa che qualcuno possa dichiararsi estraneo da una necessaria presa di coscienza.

La crisi economica non è per nulla superata e richiede l’impegno di tutti. Non si possono sciupare energie e abbandonare i giovani al loro destino. Lo ha sottolineato il presidente della Cei che ha anche ribadito come occorra investire sul lavoro, prima che lo scoraggiamento prenda in molti il sopravvento. Le eccellenze vanno incoraggiate e le professionalità sostenute. Così come i segnali di una timida ripresa non devono essere mortificati.

Decisivi, ha insistito il cardinale Bagnasco, sono anche i temi legati al mondo della cultura e della scuola, oltre a quelli dell’integrazione sociale. Ha accennato alla “dilagante colonizzazione da parte della cosiddetta teoria del gender, sbaglio della mente umana”, come ricordato dal Pontefice sabato scorso.

Diventa necessario e assolutamente inevitabile “un risveglio della coscienza individuale e collettiva”. Non si può stare fermi, a guardare e lamentarsi. Ai credenti il compito di testimoniare, in pubblico e in privato, la bellezza di una vita sempre rinnovata.

Corriere Cesenate 12-2015

Pubblicato martedì 24 Marzo 2015 alle 18:30

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