Qualcuno che ti dice: “Coraggio, ce la farai”

Nato nel 1994 su iniziativa del Centro di aiuto alla vita, il progetto aiuta madri in difficoltà con l’adozione prenatale

“Questa Quaresima sia il tempo della carità, oltre che della preghiera e dell’ascolto della Parola di Dio”. Così dice il vescovo Douglas Regattieri nella sua Lettera pastorale “Il vino buono delle nozze di Cana. “Per questo propongo a ogni famiglia della Diocesi la collaborazione al Progetto Gemma. Questo nasce nel 1994 per l’adozione prenatale a distanza di madri in difficoltà, tentate di non accogliere il proprio bambino. Una mamma in attesa nasconde sempre nel suo grembo una gemma (un bambino) che non andrà perduta se qualcuno fornirà l’aiuto necessario”.

“Mi sono trovata incinta a neanche 24 anni mentre studiavo cinese all’Università. Ero abbastanza spensierata nonostante la separazione dei miei, ma Fabio, il mio fidanzato, e un lavoro seppur precario in un call center per mantenermi, mi davano quella giusta serenità. Poi, all’improvviso, mi trovo incinta. Per prima cosa, senza neppur battere ciglio, vengo subito lasciata a casa dal lavoro. La prima tentazione mia e di Fabio è stata quella di abortire. Come possiamo tenere un figlio da soli, senza nessun aiuto, ci dicevamo, in preda all’angoscia. La mia fortuna è stata di incocciare in una volontaria del Centro Aiuto alla Vita. Quello che mi serviva, ancora prima dei soldi, era qualcuno che mi dicesse: “Coraggio, ce la farai”. Oggi non ho dubbi: senza di loro non ce l’avrei fatta”. (Luana) (fonte: Famiglia Cristiana)

Da questa testimonianza comprendiamo come il Progetto Gemma sia uno strumento efficace per aiutare mamme in difficoltà. Si tratta dell’abbinamento tra una donna che ha deciso di rinunciare all’aborto e un benefattore che ha deciso di adottare il suo bambino a distanza. Spesso la scelta dell’aborto è legata a condizioni della madre o della famiglia che non consentono spazio, tempo, cure e spese a un nuovo nato: qualcuno può adottare questo bimbo per un certo tempo, da prima a dopo la nascita, a distanza. Nessun rapporto giuridico, nessun diritto e dovere: il solo amore disinteressato è molto più forte.

Allora ci viene spontaneo ringraziare il nostro vescovo Douglas. Grazie per averci indicato questa gesto di carità in Quaresima, sollecitando la nostra attenzione verso quelle mamme che hanno il bisogno, anzi il diritto, di portare a termine la propria gravidanza con serenità. Grazie per averci ricordato che il nostro sostegno è determinante per far nascere un bambino che sarà figlio di un nostro atto d’amore puro e disinteressato.

Anche i Pontefici, da Paolo VI in poi, hanno espresso un’attenzione particolare alla vita nascente, ognuno con la sensibilità del proprio tempo. Paolo VI: “Il gravissimo dovere di trasmettere la vita umana, per il quale gli sposi sono liberi e responsabili collaboratori di Dio creatore, è sempre stato per essi fonte di grandi gioie, le quali, tuttavia, sono talvolta accompagnate da non poche difficoltà e angustie…”.

Giovanni Paolo II: “Il Vangelo della vita non è esclusivamente per i credenti: è per tutti. La questione della vita e della sua difesa e promozione non è prerogativa dei soli cristiani. Anche se dalla fede riceve luce e forza straordinarie, essa appartiene a ogni coscienza umana che aspira alla verità ed è attenta e pensosa per le sorti dell’umanità”.

Benedetto XVI: “Il rispetto della vita in tutte le sue fasi, dal concepimento fino al suo esito naturale, con conseguente rifiuto dell’aborto procurato, dell’eutanasia e di ogni pratica eugenetica, rappresenta un impegno irrinunciabile che s’intreccia con quello del rispetto del matrimonio, come unione indissolubile tra un uomo e una donna e come fondamento a sua volta della comunità di vita familiare”.

Papa Francesco: “Ogni bambino non nato, ma condannato ingiustamente a essere abortito, ha il volto di Gesù Cristo, ha il volto del Signore, che prima ancora di nascere, e poi appena nato, ha sperimentato il rifiuto del mondo… Non si possono scartare! Allora un sì deciso e senza tentennamenti alla vita”. La famiglia è al servizio della vita. In questo anno dedicato alla famiglia accogliamo con gratitudine e amore l’invito del nostro Vescovo perché “con la carità di questo gesto possiamo raggiungere sia i vicini che i lontani, grazie ai tanti organismi di carità della Chiesa. La Quaresima è un tempo propizio per mostrare questo interesse all’altro con un segno, anche piccolo, ma concreto, della nostra partecipazione alla comune umanità” (papa Francesco).

Attraverso il Cav (Centro di Aiuto alla Vita), come parrocchia, famiglia, gruppo famiglia ecc…, diamo il nostro contributo per far nascere tutte queste gemme, per tornare a sperare e a costruire il futuro con la stessa energia che sprigionano queste piccole creature.

Sabrina e Andrea Delvecchio

Pubblicato giovedì 26 Febbraio 2015 alle 00:01

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