Per meglio comprendere il valore della famiglia come società naturale è bene rileggere l’ampio dibattito svoltosi all’Assemblea Costituente

Caro direttore,
volevo solo farti presente alcuni punti utili alla discussione sul dibattito con i giovani democratici. Per questo lavoro mi permetto di segnalarti l’intervento di alcuni relatori in Assemblea Costituente sulla questione famiglia e società naturale.

Ho tanto rispetto per la corte costituzionale, ma forse per una discussione politica è più utile andare a studiare e leggere le origini della Costituzione. La mia impressione, per quel che vale, è che la stessa affermazione della corte contrasti radicalmente con i valori e i principi sulla famiglia che i costituenti volevano proprio “cristallizzare”.

ASSEMBLEA COSTITUENTE 1ª SOTTOCOMMISSIONE SULLA FAMIGLIA

La Pira fa osservare che “Sin dall’inizio dei lavori della Sottocommissione, nella stesura della Costituzione, si è detto che la fondamentale preoccupazione è quella di negare la teoria dei “diritti riflessi”, che fu il fondamento dello Stato fascista. Lo Stato fascista, infatti, aveva come suo fondamento la teoria giuridica che tutti i diritti sono creati e concessi dallo Stato, che può ritirarli in qualunque momento. Negando questa teoria, si vuole affermare che lo Stato non fa che riconoscere e tutelare dei diritti anteriori alla Costituzione dello Stato, che sono diritti dei singoli, diritti delle società o comunità naturali. Con una dichiarazione come quella proposta, ci si ricollega alla cosiddetta tradizione giuridica occidentale che da Aristotele, attraverso il Cristianesimo, è arrivata fino a oggi. Affermando che la famiglia “è una società naturale” – oppure “di diritto naturale”, secondo la proposta del Presidente – si afferma che la famiglia è un ordinamento giuridico e che lo Stato non fa che riconoscere e proteggere questo ordinamento giuridico anteriore allo Stato stesso.

Mastrojanni: “Secondo la concezione comunista la società naturale è quella formata dal connubio tra l’uomo e la donna, i quali, procreando figli, tutelandoli e curando il loro sviluppo, non hanno bisogno di avere né il crisma religioso né quello dell’ufficiale dello stato civile. Quindi si deve ritenere che per l’esistenza della famiglia non è necessario che concorra il crisma della legalità formale o quello sostanziale della santità. Il comunismo, fenomeno internazionale, esiste anche negli Stati che non professano la religione cattolica. La famiglia, secondo il punto di vista comunista, non è un’entità trascurabile, ma un’entità la quale merita assistenza e tutela anche se questa famiglia sorge e si perpetua senza che vi sia il vincolo della legalità formale o il crisma della santità richiesto dalla concezione cattolica e giuridica italiana.

Lucifero dichiara: Indubbiamente la famiglia, come documento originario di associazione, precede quei crismi almeno formali che oggi la consolidano. Concorda nell’affermare che il diritto della famiglia venga riconosciuto al di fuori di una consacrazione giuridica.

Moro dichiara di votare a favore della formula, poiché essa corrisponde a un’evidente preoccupazione di ordine politico che da parte del suo gruppo è stata fatta valere e che ha trovato accoglimento da parte della onorevole Iotti, preoccupazione che riguarda la lotta contro il totalitarismo di Stato, il quale intacca innanzi tutto la famiglia, per potere, attraverso questa via, più facilmente intaccare la libertà della persona. Dichiarando che la famiglia è una società naturale, s’intende stabilire che la famiglia ha una sua sfera di ordinamento autonomo nei confronti dello Stato, il quale, quando interviene, si trova di fronte a una realtà che non può menomare né mutare; inoltre, quando si parla di società naturale si ammette quasi sempre l’esistenza di un vincolo di carattere religioso e giuridico il quale consacri l’unità organica della famiglia. (…)

Cari giovani democratici, scusate ma leggendo questi interventi capisco alcune poche e chiare cose:
1) la famiglia è preesistente a qualsiasi Stato o norma, è esistente in natura, è una realtà che lo Stato stesso non può modificare. Seguendo la logica dei costituenti, cambiare la famiglia nella suo origine (o natura) porterebbe al rischio di tornare a uno Stato totalitario/fascista…
2) la famiglia è il luogo in cui possono nascere, essere custoditi, tutelati e cresciuti i propri figli. Sarebbe interessante citare alcune frasi dell’onorevole Iotti in assemblea costituente a riguardo della tutela delle famiglie numerose, della tutela della maternità e dell’uguaglianza di dignità e diritti tra uomo e donna nella famiglia, ma forse i giovani democratici conoscono l’onorevole Iotti meglio di me, avendo il partito democratico origine anche dalla tradizione comunista. (…)

Buon lavoro.

prof. Domenico Fabio Tallarico

Carissimo prof,
mille grazie per queste precisazioni e soprattutto per aver riportato un po’ di chiarezza allegando alcune parti del dibattito avvenuto in assemblea costituente. La famiglia, società naturale, è preesistente allo Stato e alle leggi. Lo Stato, come sottolineato dall’onorevole Aldo Moro, “non la può menomare né mutare”, neppure con normative ad hoc.

La famiglia va riconosciuta per quella che è. Casomai va protetta, come affermato dall’onorevole Giorgio La Pira. Anche l’onorevole Nilde Iotti, nel libro che mi hai allegato (“Discorsi parlamentari”, a cura della Biblioteca della Camera dei Deputati, 2003), ricorda come all’Assemblea Costituente si facesse riferimento “a un fatto naturale e storico che è alla base della famiglia”.

Cordialità.

Francesco Zanotti
zanotti@corrierecesenate.it

Pubblicato giovedì 19 Febbraio 2015 alle 00:01

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