“Don Gino, ora canterai in paradiso”

Ancora una volta la nostra Chiesa di Cesena-Sarsina si è riunita nella Basilica Cattedrale per dire “Addio” a un suo prete: monsignor Gino Baldacci. In Duomo, caro don Gino! La tua chiesa e la tua comunità, la tua famiglia che hai amato e servito con dedizione e calda amicizia, coinvolgendo l’assemblea convocata per la divina liturgia con il canto, il bel canto gregoriano, con le stupende polifonie guidate dalla Corale “Santa Cecilia” che ha beneficiato fin dagli inizi del tuo competente sostegno.

Don Luigi (ma per tutti don Gino) ci ha lasciati alle prime ore di venerdì scorso, ricoverato nella Casa di cura “San Lorenzino”. La sera precedente il vescovo Douglas gli aveva donato il sacramento della Estrema Unzione. Era nato a Ponte Gelli (in Comune di Sogliano al Rubicone) il 7 giugno 1931. La sua famiglia, che possiamo ben dire – ricorrendo al linguaggio della Bibbia – famiglia patriarcale, nel frattempo si era trasferita a San Mamante, sulle colline sovrastanti San Carlo. Molto coinvolta nella vita della parrocchia (parroco il musicista raffinato don Ugo Arienti) è stata anche per lui, come per tanti altri sacerdoti, il primo seminario che lo ha avviato al sacerdozio, a quel ministero pastorale da lui vissuto sempre con gioia e zelo fino all’ultimo dei suoi giorni.

Nel seminario diocesano, poi nel seminario regionale di Fano e in seguito a Bologna, ha fatto maturare la sua vocazione (riconoscente al Signore, ci teneva dirlo perché l’aveva avvertita fin dai primi anni frequentando le scuole elementari): preparazione spirituale e culturale, con all’orizzonte l’impegno pastorale che la Provvidenza gli avrebbe affidato. Preziose a tale riguardo, allora, le vacanze estive vissute con gli altri seminaristi nella villa di Carpineta, in ascolto e ammirazione dei futuri confratelli già impegnati, in parrocchia o nel Centro diocesano dell’Ac. Sempre fu per lui gioioso e responsabile impegno coinvolgersi nell’unità del Presbiterio, nella amicizia tra preti.

Ordinato sacerdote il 10 luglio 1954 per il ministero di monsignor Pietro Severi, vescovo di Palestrina, da sempre chiamato vicerettore, tornato a Cesena in quella circostanza, essendo il vescovo Vincenzo Gili impedito dalla malattia. Fu chiamato a collaborare come cappellano (allora si diceva così!) con il parroco del Duomo don Alessandro Tonti, poi a San Carlo con don Pino Montalti, e infine a Borello con don Dante Chiesa.

Venne poi l’esperienza educativa, dal 1959 al 1972, come direttore dell’Istituto Almerici; una paternità e un’amicizia che ha continuato a dare frutti buoni e moltiplicati fino a questi ultimi tempi. I ragazzi dell’Almerici, ormai nonni, come ci tenevano a presentare le loro famiglie all’antico direttore. Nel frattempo ebbe incarichi anche a livello regionale nell’Azione Cattolica. Monsignor Gianfranceschi lo volle suo delegato per tutta l’Ac nella diocesi. Ed erano tempi difficili, vissuti con le associazioni laicali e i confratelli del Presbiterio nel crogiuolo incandescente del Concilio Ecumenico Vaticano II. Rimane in benedizione la compagnia che ha donato come delegato del vescovo alle comunità dei religiosi. Dall’istituto Almerici, che ormai aveva concluso la sua missione, a rettore del Seminario, nella nuova sede di Case Finali di Cesena, intitolata a papa Giovanni XXIII. Anni di faticosa responsabilità, essendo incombente la crisi che si sarebbe poi in seguito risolta con un nuovo futuro della necessaria istituzione.

1979: il compimento, potremmo dire, della sua vocazione: parroco del Duomo, fino al 2009 quando, venendo meno le energie, si ritirò con la famiglia di sua sorella Nora, pur continuando una preziosa e cordialissima collaborazione con il suo successore don Giordano, nella chiesa delle Sorelle dei Poveri e nel Santuario del Suffragio. In Cattedrale, sempre canonico del Capitolo, per la celebrazione solenne e attiva della liturgia domenicale e delle grandi feste.

Festeggiando i sessant’anni di sacerdozio, la Cattedrale tornò a riempirsi e grandi e piccoli poterono dire a don Gino il loro affetto riconoscente. Questo ancora, nelle ultime stagioni della malattia, da lui vissuta con fede, pur sentendo la sofferenza del distacco dai suoi cari e dai tanti pur incontrati non solo in chiesa, ma nelle circostanze forti e liete della vita, intessendo quella amicizia civica di cui anche Cesena ha tanto bisogno.

Piero Altieri

Pubblicato giovedì 19 Febbraio 2015 alle 00:01

Una risposta a ““Don Gino, ora canterai in paradiso””

Commenti

  1. Franco Lombardo 23 Feb 2015 / 21:58

    Io sono uno dei Suoi ragazzi (ora 66enne ) dell’Istituto Almerici da Lui diretto per 13 anni. Per 7 anni mi ha fatto da papà, consigliandomi sui miei indirizzi di studio, inculcandomi i valori veri della vita. Sapeva comprendere molto bene i giovani. Potrei scrivere un libro su tutto quello che ho ricevuto e imparato dal mio Direttore. Per la seconda volta ho perso un Padre. Sono sicuro che don Gino ha superato la prova terrena che Nostro Signore ci chiede per accedere al Paradiso per cui ora tocca a me riuscire a ritrovarci nell’eternità. Franco Lombardo (il canarino)

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