Un Papa cuore a cuore

di Francesco Zanotti

La tenerezza di papa Francesco spiazza chiunque. Chi non sa piangere con i bambini maltrattati e sfruttati, chi azzarda risposte improbabili sulle grandi domande del dolore non può mettersi in discussione. Il Pontefice ci sollecita ancora una volta: andiamo all’essenziale del cristianesimo. Ci sprona a tornare alla fonte della nostra fede. A non avere una compassione mondana, quella che infila la mano in tasca e tira fuori una moneta per mettersi a posto la coscienza.

Siamo tutti spiazzati. Confessiamolo. Bergoglio sollecita tutti ad andare nelle periferie, a uscire dalle nostre certezze, come ci ha fatto vedere nel recente viaggio in Asia durante il quale ha celebrato la Messa conclusiva davanti alla più grande folla che un Papa ha mai avuto: domenica scorsa c’erano sette milioni di persone sotto la pioggia al Rizal Park di Manila.

La Chiesa e la comunità cristiana come i discepoli di Emmaus. Compagni di viaggio, sempre e comunque. Tradotto in concreto, significa piangere con chi piange, soffrire con chi soffre, come facevano i primi cristiani. Francesco è il primo testimone di questa condivisione. E lo è davanti alle telecamere di tutto il mondo. Un Papa ormai più prossimo del prossimo, vicino a tutti, che abbraccia sani e ammalati, giovani e vecchi. Senza timore. Senza distanza. Cuore a cuore.

Il nostro perbenismo occidentale è scosso. Anche la nostra esperienza quotidiana vacilla sotto la scure di una testimonianza che incarna il Vangelo sine glossa. Un Papa venuto quasi dalla fine del mondo è qui proprio per richiamarci a ciò che ha più valore. È capace di ascoltare, di compatire, di spartire con chiunque, non solo con gli ultimi, ma anche con gli ultimi degli ultimi.

Francesco non elude nessun tema. Affronta con i giornalisti quelli legati agli attentati di Parigi. Parla di libertà di stampa e anche di quella di religione non meno importante della prima. Ci vuole rispetto, fa capire con la similitudine del pugno che uno si può attendere se offende la mamma del suo interlocutore. Capiscono tutti, al volo. La frase fa il giro del mondo. Qualcuno si scandalizza perché non ha ricordato l’evangelico invito a porgere l’altra guancia. Il rispetto per l’altro deve sempre essere massimo. La compassione è per tutti, non solo per i più diseredati della terra. Le periferie sono geografiche, ma anche esistenziali.

Lasciatevi sorprendere da Dio è l’invito rivolto a ciascuno di noi. Il Santo Padre lo dice e lo testimonia con gioia e con passione.

Corriere Cesenate 03-2015

Pubblicato martedì 20 Gennaio 2015 alle 18:30

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