Lettera aperta a Stefano Bonaccini

Mostrare segni concreti di reale cambiamento

Caro presidente,
attendiamo tutti il via libera della Corte d’Appello affinché possa riunirsi il Consiglio regionale e possa prendere corpo la nuova Giunta dell’Emilia Romagna a guida sua, Stefano Bonaccini. Caro presidente, sappiamo che lei non è comodamente seduto in salotto, ma sta di certo lavorando alla composizione della Giunta e del programma. Le rinnoviamo quindi gli auguri di buon lavoro, oltre che inviarle quelli di Buon Natale e felice anno nuovo. Inviandoli, nella sua persona, a tutti gli emiliano romagnoli.

Ma torniamo sull’argomento politico amministrativo, perché gli ultimi fatti romani ci stanno letteralmente sconvolgendo. Tengono banco per la dimensione del malaffare sorto e cresciuto attorno alla pubblica Amministrazione della capitale. E per quanto ci vengano aggiornati i numeri degli euro ‘bruciati’, dagli amministratori agli arresti e da quelli sotto inchiesta, fatichiamo a renderci conto della reale dimensione di questa nuova faccenda. Siamo ostinati e non vogliamo fare i qualunquisti. Ma se pensiamo alla percentuale di votanti registrata il 23 novembre in questa regione, ci risulta difficile non chiamare in causa la condanna subita dal suo predecessore e lo sconcerto di fronte all’indagine aperta sulla spesa di tutti i consiglieri della precedente legislatura e resa nota a pochi giorni dal voto. Mi scusi, ma ora, lei e tutti gli eletti siete ‘osservati speciali’. Eletti da pochi (37,7 per cento), ma con la responsabilità di fare il bene di tutti.

Da un po’ di tempo noi giornalisti, al di là dei titoli gridati sulla cronaca nera/politica, siamo stati chiamati a parlare di crisi. Qualche volta abbiamo ascoltato cenni di chi ipotizzava la ‘fine del tunnel’, ma non l’abbiamo ancora vista. E di questo passo non so chi possa vederla. Sa però cosa osserviamo, che le Camere di Commercio ci inondano di comunicati con cui invitano i nostri imprenditori a considerare le attrattive dei vari Paesi del mondo. Occasioni in Canada, piuttosto che in Vietnam, piuttosto che in Romania o Polonia. E quanti altri Paesi potremmo aggiungere. Altro impegno delle nostre Camere di Commercio: indicare alle aziende come fare rete per organizzarsi ed esportare i loro prodotti. Come dire: l’Italia (Emilia Romagna compresa) è una stanza buia, senza finestre. Altro che fine del tunnel!

Caro presidente, non ci è sfuggito il fatto che la chiusura anticipata della legislatura ha impedito il taglio del numero dei consiglieri fin da questa legislatura. Metta in conto anche questa ‘piccola beffa’ in quel 37,7 per cento. E ci scusi la franchezza, ma se non vuole essere il presidente capace di peggiorare la percentuale di votanti al prossimo turno, provi a mostrare segni concreti di una politica capace davvero di ridurre la sua spesa, per poter così ridurre la fiscalità di sua competenza. Per sostenere chi lavora e dare fiato alle imprese.

Auguri!
Giulio Donati

Pubblicato giovedì 18 Dicembre 2014 alle 00:01

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