Don Fabrizio Ricci sacerdote

L’ordinazione presbiterale, in una Cattedrale gremita, nella celebrazione eucaristica di sabato 6 dicembre presieduta dal vescovo Douglas e concelebrata da tantissimi sacerdoti

Queste parole di commento ai testi biblici di questa solenne concelebrazione, caro don Fabrizio, sono rivolte principalmente a te. Ma mi affretto a dire che le rivolgo anche a me stesso e ai miei numerosi confratelli presbiteri e diaconi qui convenuti per la tua ordinazione presbiterale. E in qualche misura, coi necessari adattamenti, esse possono essere indirizzate ai tanti fedeli laici, giovani e famiglie, che stasera affollano la nostra Basilica Cattedrale.

(…) Stare con Gesù. Ecco la tua prima relazione. Da curare, da difendere, da rafforzare ogni giorno, sempre più. Stare con Gesù perché Lui ti ha chiamato a da Lui sei stato attratto. “Segno e presupposto dell’autenticità e della fecondità di questa missione, è l’unità degli apostoli con Gesù e, in lui, tra di loro e il Padre” (PdV, 14). Significativa è l’immaginetta che hai fatto stampare per la tua ordinazione: si tratta di un’antica icona che rappresenta Gesù con il braccio attorno al collo e sulle spalle del suo amico, che sei tu… che può essere ciascuno di noi. Gesù ti terrà sempre il suo braccio sulle tue spalle. Tu resta ancorato a questo abbraccio. (…)

Caro don Fabrizio, tu dovrai parlare al cuore della Chiesa, dovrai portare a lei la consolazione di Dio; lo farai con il ministero della Parola, con la celebrazione dei sacramenti, con il servizio della guida per il quale il solo criterio da cui dovrai lasciarti guidare sarà la carità pastorale. Stasera, per chiamata divina, sei collocato in alto, davanti alla Chiesa, come una sentinella, per parlare al popolo: “Sali su un alto monte, tu che annunci liete notizie a Sion! Alza la tua voce con forza” (Is, 40, 9). Ricordati che si deve stare in alto, però con lo stile di Giovanni Battista che è sceso nella depressione giordanica e nel deserto, e con una vita sobria e austera, ha preparato la venuta del salvatore. Sei posto in alto, ma vivi in basso: scendi tra la gente!

Mi voglio soffermare ancora un poco, sulla terza relazione: quella con il vescovo e i tuoi fratelli presbiteri. Fra poco, entrerai definitivamente nella famiglia presbiterale della nostra Diocesi. Tale ingresso sarà suggellato anche da un segno, da un gesto molto bello e significativo. I sacerdoti, dopo di me, imporranno su di te le loro mani per invocare lo Spirito Santo; un gesto che esprime il forte legame sacerdotale. Don Fabrizio, ora, da stasera in poi, fino alla fine della tua vita, il tuo cammino verso la santità è segnato dall’appartenenza al presbiterio di Cesena-Sarsina. È dentro la vita di questo presbiterio, con le sue ricchezze umane e spirituali e anche con le sue fragilità, che potrai giungere alla santità. E noi, che già vi apparteniamo, vogliamo esserti di aiuto e non di ostacolo, col nostro esempio, col nostro entusiasmo, con la nostra passione per Gesù e per la sua Chiesa.

Illuminati dalla Parola ascoltata non possiamo che farti questo augurio: col braccio del tuo amico Gesù sulle spalle e dentro la famiglia presbiterale, parla al cuore dei fratelli a cui sarai inviato e a loro annuncia la lieta notizia: Ecco: il Signore viene con potenza (cfr Is 40, 10), la gloria abita la nostra terra, la verità germoglia e la giustizia si affaccia dal cielo (cfr Sal 85, 10.12).

Douglas,
vescovo

Il testo integrale dell’omelia è disponibile nella sezione “Parole di Vita”

Pubblicato giovedì 11 Dicembre 2014 alle 00:01

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