“Il futuro comincia da qui”

È questo il tema del convegno a cui abbiamo partecipato, come operatori del Movimento per la Vita e del Centro Aiuto alla Vita di Cesena, dal 7 al 9 novembre a Montesilvano di Pescara. È il XXXIV della serie e ha riunito centinaia di volontari dei 351 Cav sparsi in tutta Italia. Il primo Centro nacque a Firenze nel 1975 e da allora sono stati aiutati a nascere 160mila bambini, ben 10.291 nel solo 2013, grazie alla quotidiana disponibilità di più di mille volontari che operano con amore per le donne e la vita che portano in grembo.

Il convegno si è aperto con una tavola rotonda alla quale sono intervenuti, tra gli altri, la giornalista di Avvenire Lucia Bellaspiga e Mario Adinolfi il quale, già attivista e co-fondatore del Pd, ha abbracciato la causa della Vita e della famiglia, con fervore “da scrittore” e manifestante sulle piazze italiane. Molti gli applausi per i due relatori che hanno invitato tutti noi a una mobilitazione permanente nell’affermare e difendere la grande verità della famiglia fatta da un uomo e una donna, base inoppugnabile e naturale della società.

C’è stato anche il saluto via etere del ministro della Sanità Lorenzin: “ Vi dobbiamo il nostro grazie per l’attività incessante a favore della Vita e della persona. Si parla più dell’altro aspetto, di come non far nascere i bambini che non di come superare gli ostacoli che si frappongono alla maternità. Abbiamo in programma l’innalzamento del bonus bebè dai 3 ai 5 anni”.

Gli affollati gruppi di lavoro del sabato hanno elaborato progetti concreti relativamente alla “educazione alla vita nelle scuole”, alla presenza pubblica del Cav, ora anche attraverso il Web: si è fatto il punto sul Progetto Gemma (l’“adozione” di una gestante in difficoltà economica con un aiuto mensile sino all’anno del bambino) e sull’Sos vita, un numero verde attivo ovunque in Italia 24 ore su 24, a cui rivolgersi per aiuto all’esordio di una gravidanza indesiderata.

Un tema molto “caldo” è stato quello della “dimensione pubblica del Cav e il rapporto con le istituzioni. La stessa Lorenzin ha ammesso che “nonostante la preoccupazione per la denatalità, non viene messa in atto un’azione a favore della famiglia e delle nascite”. Eppure la legge 194 stessa prevede la stretta collaborazione tra pubblico e privato sociale nella tutela delle madri in attesa, allo scopo di rimuovere le difficoltà, specie economiche, che possono spingere una donna a rinunciare alla gravidanza. Purtroppo, nella maggioranza dei casi la pubblica amministrazione non solo non collabora, ma addirittura “rema contro”.

Nella tavola rotonda conclusiva, Carlo Casini, presidente, e Pino Morandini, vicepresidente del Mov Vit, si son posti la domanda: “Quanti bambini in più avremmo fatto nascere in quarant’anni, se le istituzioni ci fossero state vicine? E con loro quante donne avremmo visto rifiorire? Perché l’aborto è sempre una scelta di dolore e a morire sono in due, il bambino ma anche la madre”.

Anna Maria Amaducci

Pubblicato giovedì 20 Novembre 2014 alle 00:01

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