“Studi Romagnoli”, una storia lunga 65 anni

La seconda tappa del convegno annuale si tiene a Pennabilli sabato 25 e domenica 26 ottobre

ROMAGNA – Il 14 settembre 1949 un gruppo di studiosi di varia fama (molti già noti a livello nazionale) ed età fondò a Cesena la Società di Studi Romagnoli, con sede nella Biblioteca Malatestiana. La Società, statuto alla mano, è “rigorosamente apolitica” e ha come scopo principale quello di “promuovere con spirito scientifico gli studi di argomento romagnolo”, mediante convegni annuali e la pubblicazione di volumi di “Studi Romagnoli”.

L’anno di nascita è molto significativo e cruciale: le ferite belliche sono ancora fresche, le menti migliori comprendono che la ricostruzione passa anche dalla cultura.

Fra i promotori troviamo eminenti personalità e neofiti della ricerca, laici e religiosi, artisti e liberi professionisti, lo stesso vescovo di Cesena: Augusto Campana, Delio Cantimori, Lucio Gambi, Giancarlo Susini, Antonio Veggiani, Piero Zama, Renato Zangheri.

I fondatori attingevano a una “fede romagnola” che sgorgava da una “fede culturale”, da passione generosa e gratuita, da una concezione di passato che coniuga erudizione, specializzazione, finezza d’indagine, piacere della ricerca, senso etico della conoscenza, imperativo morale della conservazione, vivo interesse al presente e disinteressato investimento sui giovani e sul futuro. Essi hanno allevato una schiera di nuove leve che negli archivi e nelle biblioteche si sono addestrati e alimentati, con enormi e originali benefici per gli studi, le scoperte e le nuove acquisizioni.

Né va dimenticato che la Romagna come area vasta – oggi un’esigenza più che una moda terminologica – è un concetto che, molto significativamente, può dirsi nato in ambito storico- culturale; e anche l’Università romagnola ha in qualche modo goduto di motivazioni identitarie con radici storico-culturali a lungo coltivate e alimentate dalla Società di Studi Romagnoli.

I “padri fondatori” prendono le mosse da una nobile idea di Romagna, aperta negli approcci disciplinari e nei contenuti volutamente eterogenei, con un’intelligente scommessa sul futuro; la prospettiva della storia locale risulta sempre innestata nel contesto più ampio e mai scissa da quella regionale e nazionale.

Da quel ’49, ininterrottamente, la Società promuove annuali convegni. Lo scorso fine settimana si è svolta la prima parte della 65^ tappa, mentre la seconda si tiene a Pennabilli, Teatro Vittoria, sabato 25 (dalle 15) e domenica 26 ottobre (dalle 9,30) Nell’occasione sarà distribuito il volume LXIV di “Studi Romagnoli”, con gli Atti del convegno 2013 a Modigliana e Tredozio (43 contributi, 800 pagine).

Marino Mengozzi

Pubblicato giovedì 23 Ottobre 2014 alle 00:02

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