Monte Boso e la frana bloccata

Il Consorzio di bonifica è intervenuto in uno smottamento nel comune di Mercato Saraceno

VALLE SAVIO – Con 75mila euro è stata messa in sicurezza una frana sul monte Boso, dimostrazione che i soldi, se spesi bene e in maniera tempestiva, anche se non sono molti possono portare buoni frutti per la sicurezza idrogeologica.

Siamo sulla strada di Monte Boso che, da Ponte Giorgi, conduce verso Sogliano. E’ una strada larga, non asfaltata, con un traffico intenso soprattutto di mezzi pesanti: sulle colline ci sono molti allevamenti avicoli di Amadori. Qui una frana piuttosto importante aveva, nel 2012, ostruito totalmente la strada. Il Consorzio di bonifica della Romagna era intervenuto subito per liberare la sede stradale, ma mancava la messa in sicurezza. Che si sta concludendo in questi giorni.

“Grazie alle competenze del Consorzio – spiega l’ingegnere Daniele Domenichini – e ad un budget ben mirato, abbiamo risolto il problema con una soluzione rispettosa dell’ambiente. Si tratta della tecnica delle ’terre armate’, un sistema che rafforza le scarpate senza creare impatto ambientale”.

Sembrano superati i tempi in cui si facevano colate di cemento o si mettevano bastioni in sassi e reti. A Monte Boso, comune di Mercato Saraceno, il Consorzio di Bonifica ha lavorato con pali in legno e griglie di ferro mascherate nel terreno anche grazie alla vegetazione spontanea.

Il geometra Oliver Antonini spiega i dettagli: “Nella parte più ripida abbiamo messo i pali sia trasversalmente, sia conficcati nel terreno a una profondità di tre metri. Lateralmente abbiamo creato delle protezioni orizzontali e dei drenaggi per la regimazione delle acque. In questo modo la scarpata è in sicurezza”.

Alla luce di quanto successo a Genova nelle scorse settimane, Domenichini rassicura la popolazione. “Nel Cesenate non vi sono situazioni neppure paragonabili alla Liguria. Lì le montagne sono a ridosso del mare e l’acqua piovana acquista una grande velocità. Ma ciò che è più grave è che i torrenti sono stati tombinati con sezioni inadeguate. Non a caso le alluvioni si ripetono a intervalli regolari”.

Le piogge abbondanti non sono eccezionali, ma si alternano a periodi di siccità e a momenti che noi definiamo normali. Ma è una normalità solo nostra, stereotipata: la Natura ha un suo ordine che l’uomo non può imbrigliare secondo i propri schemi.

Secondo l’ingegnere, per Genova la soluzione è solo quella di ridare respiro ai torrenti, togliendo le tombinature e abbattendo gli edifici che vi sono stati costruiti sopra. “Impariamo dagli errori altrui per non commetterli in casa nostra”, conclude Domenichini.

Cristiano Riciputi

Pubblicato giovedì 23 Ottobre 2014 alle 00:01

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