Il dubbio delle feste parrocchiali come sagre di paese. Può essere un modo per andare incontro alla gente, alla maniera del Papa

Caro Francesco,
prendo spunto dalla notizia sul Corriere Cesenate che ho ricevuto oggi circa l’ennesima “sagra” mangereccia. Tu sai spiegarmi che cos’hanno di sacro i ciccioli, le castagne, i funghi, tartufi, le salsicce, ecc. ecc.? Le Sagre sono quelle dei santi; dare tale nome a quegli eventi mangerecci non fa che continuare a distruggere il senso del sacro nella nostra società.

Non trovi che sarebbero più appropriati i nomi di festa, fiera, cuccagna, o simili? Come minimo, quando sono organizzate dalle parrocchie, questa confusione si potrebbe evitare. So purtroppo di oppormi a un uso così consolidato che ci sono ben poche speranze di cambiarlo. Ma credo che ciascuno debba in coscienza portare il proprio piccolo contributo a lasciare il mondo un pochino migliore di come l’ha trovato ….

Con cordiali saluti!

Mario Alai

Carissimo Mario,
tu sollevi una questione molto dibattuta in diverse nostre comunità. Da parte mia direi, come da lungo tempo facciamo qua al Corriere, di prendere per buono tutto quello che c’è, soprattutto quando avviene all’ombra del campanile.

Domandiamoci: sagre, feste, ricorrenze e tutte le altre manifestazioni parrocchiali che si svolgono lungo i mesi dell’anno hanno il merito di avvicinare la gente alla Chiesa? Può essere questo uno dei modi (uno fra i tanti possibili) per fare apprezzare la bellezza, e anche la contagiosità, dell’esperienza cristiana, per conoscersi e per trovarsi insieme? Beh, se così è, ben vengano allora queste occasioni.

Eppoi, chiudo in fretta, credo occorra tenere presente che in molti territori la festa del santo patrono coincide con la festa del paese. Ed è bello che sia così. È un modo anche questo per uscire dalle chiese, come sollecita con insistenza papa Francesco. Per una volta all’anno tutti si fermano perché richiamati dal santo a cui ci si ispira e a cui si chiede protezione.

Poi se qualcuno usa queste occasioni solo per altro, pazienza. Ma il motivo per fare festa resta e rimane quello. E speriamo rimanga riconosciuto, ma anche riconoscibile, a lungo.

A presto.

Francesco Zanotti
zanotti@corrierecesenate.it

Pubblicato giovedì 16 Ottobre 2014 alle 00:01

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