Ecco chi è l’artista dei Cavallucci marini bianconeri

di Michela Mosconi

CESENA – Le rotonde intorno allo stadio (lato via Emilia e lato Montefiore) portano il suo marchio di fabbrica. Quel Cavalluccio tanto caro ai cesenati perché simbolo calcistico della propria città si erge per ben due volte quasi a proteggere la ’fortezza’ del “nuovo” Orogel Stadium- Dino Manuzzi. Una fortezza da serie A. I Cavallucci bianconeri portano la firma (meglio, la mano) del quasi-cesenate Loris Camagni.

Alla domanda, “di dove sei?”, l’artista risponde: “Diolaguardia, comune di Roncofreddo, a 10 minuti da Cesena”. Insomma, un paradiso. Immerso nelle colline sopra la città è lì che Loris, 44 anni, vive con la famiglia ed è lì che trova ispirazione per le sue opere.

La sua è anche una storia di riscatto dopo che, vittima di un brutto incidente in moto, ha ricominciato una nuova vita lavorando presso la Cooperativa sociale Totem di Calisese. “Devo molto alla cooperativa – dice – perchè non potrò mai ripagare quello che ha fatto per me. Mi ha fatto scoprire chi sono e come sono. Gliene sarò per sempre grato”.

A quei tempi (circa 8 anni fa) si devono anche gli inizi di Loris nell’arte di modellare i materiali creando figure nuove. “Era il compleanno di una ragazza conosciuta nella cooperativa- ricorda Camagni -. Non sapevo cosa regalarle e mi sono messo a lavorare del legno, intagliandole un fiore. A detta di tutti sembrava davvero molto bello e così ho continuato, creando oggetti più grandi e ogni volta sempre più impegnativi”.

Insomma il ragazzo ha stoffa e se è vero, come dice il detto, che nessuno è profeta in patria, lui prende il treno e partecipa ad alcuni concorsi d’arte fuori Regione come quelli a Milano e Peschici. Ne vince tre su sei. “In Puglia tornerò tra poco. In seguito alle alluvioni di settembre il Gargano ha bisogno di riqualificare per fare ripartire il turismo. Vorrei dare il mio contributo pensando a qualcosa di bello per quella cittadina”.

Intanto a Cesena Loris Camagni si è fatto conoscere per i Cavallucci nelle rotonde, le uniche sue opere in esposizione. Prodotte dalle sue mani, gratuitamente, per la città (i costi a carico del Comune sono stati il trasporto, il basamento ideato da Camagni, l’installazione).

L’ultima (quella del Montefiore) è stata inaugurata il 26 settembre scorso, nel quarto anniversario della morte del ’patron’ del Cesena Edmeo Lugaresi. “E’ realizzato in ferro. Mi sono fatto tagliare delle strisce di lamiera di un metro e mezzo per 15 centimetri e da quelle ho fatto il resto. Compreso il rivestimento, in lamiera anche quello, e la verniciatura. E’ alto sei metri, per un peso complessivo di 25 quintali. Solo il piedistallo ne pesa nove”. Saldatrice, martello, incudine gli arnesi del mestiere ma “nulla puoi fare se ti manca anche solo uno di questi elementi: cuore, testa, mani”.

Loris Camagni è anche un tifoso del Cesena? “Certo. Prima andavo spesso alle partite. Ultimamente vado poco perché non ho orari, non ho giorni di riposo. Lavoro quando ho l’ispirazione, non conosco giorno e notte, sabato o domenica”.

Tra un Cavalluccio e un altro (suoi sono anche quelli più piccoli, regalati ad alcuni giocatori del cesena come il giapponese Nagatomo) Camagni nel suo laboratorio di Diolaguardia crea altri pezzi unici, un laboratorio ricco che merita di essere visitato. “Una delle ultime creazioni è un letto tutto in noce che rappresenta La Fenice. Ci ho messo cinque mesi a farlo, ho speso 3700 euro di materiale. Però è un pezzo unico”.

Anche per Cesena le idee non finisco qui. Camagni ha già in mente qualcosa che possa continuare l’idea dei Cavallucci. “Ma per ora è meglio non svelare nulla”.

Pubblicato giovedì 16 Ottobre 2014 alle 00:02

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