Commento al Vangelo – 29ª domenica Tempo Ordinario – Anno A

A Dio bisogna rendere tutto, perché a Lui appartiene tutto

Domenica 19 ottobre – 29ª domenica Tempo Ordinario – Anno A
Is 45,1.4-6; Salmo 95; 1Ts 1,1-5b; Mt 22,15-21

“Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”: poche frasi, più di questa, hanno suscitato, nel corso dei secoli, riflessioni e controversie accese, dentro e fuori la Chiesa, ahimé, spesso con conclusioni affrettate se non addirittura fuorvianti. Come quella che ne deduce la possibilità di vivere su due piani distinti: Dio lassù, Cesare quaggiù, rappresentata dall’altrettanto nota espressione “Libera Chiesa in libero Stato”.

In effetti è sempre stato un difetto di noi uomini quello di tracciare i confini delle competenze, le sfere d’influenza che le varie istituzioni si sono date. In fondo è una sorta di crisi d’identità: ci chiediamo a chi apparteniamo, se alla politica, se alla cultura, se a Dio e, quindi, alla sua Chiesa. Come se noi uomini fossimo il risultato di una composizione molteplice, costituita da più parti che non hanno nulla a che vedere le une con le altre.

E ci domandiamo, sull’onda del processo incipiente di scristianizzazione che sta investendo l’Europa, se sia possibile separare chirurgicamente il campo di Dio e quello di Cesare, disgiungere la politica dalla fede. Il che equivarrebbe dire: a Dio dedico la mia fede, la mia preghiera, e a Cesare tutto il resto. Beh, se le cose stanno così, sarebbe francamente pochino, visto che la realtà extra spirituale occupa la totalità del nostro tempo!

La risposta di Gesù, contrariamente a quello che pensano in molti, non vuole stabilire il giusto rapporto fra potere temporale e quello spirituale, ma afferma senza mezzi termini la superiorità di Dio su qualsiasi potere umano. A Dio bisogna rendere tutto, perché tutto gli appartiene.

Il Vangelo non offre soluzioni ai problemi sociali, non dà indicazioni su chi votare, non affronta le delicate questioni bioetiche: tutte queste cose vanno individuate dagli uomini, nella fatica della ricerca e del dialogo sociale. Semmai la Scrittura propone una visione complessiva dell’uomo nel suo rapporto con l’altro, valorizza la responsabilità dell’uomo e il suo impegno sociale. Il compito dei credenti è di adoperarsi affinché tutto risponda al progetto di Dio; un progetto che non può essere cercato o individuato entro schemi rigidi, ma dilatato in un orizzonte più ampio.

Alessandro Forte

Pubblicato giovedì 16 Ottobre 2014 alle 00:00

Trattandosi di un vecchio articolo non è più possibile commentare.

Brevi quotidiane

Ultimi articoli

Ultimi interventi

Parole di Vita

Archivio Documenti