Agricoltura, un’estate problematica

Il ritardo dei provvedimenti e l’insufficienza delle risorse sono un motivo in più per cercare nuove soluzioni per far fronte ad una crisi della frutta estiva e dell’agricoltura in generale che, secondo stime Coldiretti, potrebbe costare alle aziende agricole dell’Emilia Romagna fino a 300 milioni di euro di Plv, tra crisi di mercato dovute al maltempo e al calo dei consumi, e crisi seguita all’embargo russo. E’ quanto afferma Coldiretti Emilia Romagna in vista dell’attivazione in regione dei ritiri straordinari decisi dall’Ue.

“L’esiguità delle risorse messe in campo dall’Unione Europea – sostiene Filippo Tramonti, presidente Coldiretti Forlì-Cesena – pesa fortemente sui bilanci aziendali già gravati dall’aumento dei costi di produzione causati dal maltempo”. Secondo Tramonti, ad una crisi di eccezionale gravità bisogna rispondere con interventi eccezionali. Per dare un sostegno adeguato alle aziende, Coldiretti ha proposto all’assessore regionale all’Agricoltura, Tiberio Rabboni, di richiedere all’Unione Europea un anticipo dei fondi Pac in modo tale da mettere a disposizione quanto prima risorse finanziare alle imprese agricole. In tal modo si potrebbero integrare con nuovi fondi, ma a costo zero, i 32 milioni di euro per la crisi delle pesche e i 125 milioni di euro per l’embargo russo, che vanno però spalmati tra tutti i Paesi europei colpiti dalla crisi.

Per i primi interventi sulla crisi delle pesche – ricorda intanto Coldiretti – assessorato Agricoltura regionale e organizzazioni agricole hanno intanto concordato di predisporre un contratto tipo per garantire l’applicazione veloce del provvedimento europeo anche per le aziende agricole che non fanno parte di organizzazioni di prodotto.

Il provvedimento per la crisi di mercato di pesche e nettarine prevede risorse sia per i ritiri destinati a scopo benefico sia per altre destinazioni (energia rinnovabile e distillazione). Le risorse sono destinate sia alle Organizzazioni dei produttori (Op), sia alle aziende agricole non socie. Per il prodotto  destinato agli enti benefici è prevista la concessione di un aiuto del 100%  sia alle Op che alle aziende non socie; per gli altri tipi di destinazione l’importo sarà  pari al 75% per le imprese socie Op e al 50% per quelle non socie.

Pubblicato martedì 2 Settembre 2014 alle 10:15

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