Le vongole non crescono, va meglio per le cozze

La Casa del Pescatore fa il punto sulla situazione pesca

CESENATICO – Luci e ombre per la pesca in Adriatico. Mario Drudi, segretario della cooperativa Casa del Pescatore, fa il punto della situazione spiegando che c’è differenza fra i vari tipi di pesca non solo dal punto di vista tecnico, ma anche da quello dell’attuale remunerazione.

“L’allevamento dei mitili non va male – dice Drudi – e i nostri allevatori continuano con il massimo impegno a produrre cozze di qualità. Certo, non si fanno salti di gioia, ma almeno non ci si rimette. Tutto sommato anche la pesca del pesce azzurro col sistema della volante non va male, così come i barchini con i sistemi fissi. Quel che preoccupa è la pesca delle vongole e quella a strascico”.

Le vongole vengono pescate con le turbosoffianti: sono quelle imbarcazioni che si vedono ormeggiate lungo il Portocanale e che a poppa hanno un grosso telaio in ferro, come una specie di gabbia. “Da qualche anno le vongole non crescono più e spesso non raggiungono neppure la taglia minima per la vendita. E casualmente i problemi sono cominciati in concomitanza con l’entrata in funzione del degassificatore di Porto Tolle”, sono le parole del segretario.

Drudi sostiene che il grosso impianto che converte il gas da liquindo ad areiforme può essere una concausa dei mali dell’Adriatico. “Vogliamo vederci chiaro. L’impianto preleva dal mare 29mila metri cubi di acqua all’ora e li riversa con parametri di temperatura e caratteristiche biologiche ben diverse. Vorremmo avere certezze sull’impatto che un tale impianto ha sulla vita marina. Pare una casualità che proprio da quando l’impianto è stato attivato la pesca a strascico lamenti cali produttivi e per le vongole la situazione sia diventata drammatica”.

Cr

Pubblicato giovedì 28 Agosto 2014 alle 00:02

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