La forza della preghiera per allontare il diavolo

A Sarsina un gruppo di preghiera di dieci donne ogni venerdì si dà appuntamento nella concattedrale per la preghiera del rosario. Alcune partecipano e pregano durante la pratica dell’esorcismo.

Preghiera comunitaria, accoglienza, ascolto. La forza dell’intercessione per allontanare il maligno. Perché la piaga della possessione e la gioia della liberazione dal male non siano solo “affari del prete”, ma impegno di tutti i cristiani. Non solo liberazione da Satana, dalla possessione o dalla vessazione.

Le persone che giungono a Sarsina (tra le 40 e 50mila all’anno, da ogni parte d’Italia) per una visita alla concattedrale spesso sono persone sole, disorientate, afflitte. Cercano consolazione, chiedono di essere ascoltate. “Vengono a chiedere se c’è una trasmissione diabolica, ma quasi mai è così”, inizia don Fiorenzo Castorri, esorcista e addetto al culto di San Vicinio nella Basilica Cattedrale. “Ci sono diversi casi di possessione, seguo casi complicati e pratico esorcismi. Ma nella maggior parte dei casi vengono qui giovani, ma anche padri e madri o intere famiglie con bambini. Sono alla ricerca. Il loro turbamento non dipende dal Diavolo, ma da Cristo che bussa al loro cuore e vuole entrare. Il loro accostarsi alla Basilica diventa occasione per proporre un percorso di fede”.

Da qualche tempo (si tratta ormai di sei mesi) a Sarsina si è costituito un gruppo di preghiera di dieci donne che si incontrano ogni venerdì (in inverno alle 14,30, in estate alle 17,30) e recitano la preghiera del rosario. “Chiedono la totale liberazione di tutti i fratelli e sorelle possedute”, spiega don Fiorenzo. Tre di queste, inoltre, hanno accettato l’invito rivolto loro proprio da don Castorri non solo di essere presenti durante l’esorcismo, ma di pregare durante quella pratica. “È una possibilità prevista dal rituale, previo parere favorevole della famiglia della persone alla quale viene praticato l’esorcismo. Pregano con fede, gioia, amore: queste donne chiedono l’intercessione e che il cuore delle persone turbate si apra a Dio. Con la preghiera, sia quella del rosario che quella recitata nella pratica dell’esorcismo, è come se l’intera comunità sarsinate si facesse carico delle persone che manifestano problemi di possessione e vessazione. La liberazione dal male non deve essere relegata a questione ’privata’ tra l’esorcista e il posseduto. La vicinanza nella preghiera coinvolge tutti ed è segno di una comunità cristiana viva e forte che non abbandona i propri fratelli, ma li accoglie”.

Michela Mosconi

Pubblicato giovedì 28 Agosto 2014 alle 00:02

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