Pellegrinaggio in Polonia/6: sulle orme di Karol

La figura di Giovanni Paolo II è stata al centro della quarta giornata in Polonia. Dopo aver visitato le miniere di sale di Wieliczka, i pellegrini cesenati hanno infatti raggiunto la casa natale di Karol Wojtyla. “In questa città, a Wadowice – disse una volta il papa – è iniziato tutto. È iniziata la vita, è iniziata la scuola, sono iniziati gli studi, è iniziato il teatro, è iniziato il sacerdozio”.

Oggi l’edificio, che sorge accanto alla chiesa parrocchiale, è stato trasformato in un museo multimediale, contenente numerose testimonianze della vita di Giovanni Paolo II, dall’infanzia fino agli ultimi giorni del suo pontificato, compresa la pistola che lo ferì il 13 maggio 1981 e la Bibbia che volle fosse letta da una suora polacca durante le ultime ore dell’agonia, in quei primi giorni di aprile del 2005. In questo semplice appartamento al primo piano, tre stanze in tutto, il futuro papa visse fino all’età di 18 anni, quando si trasferì a Cracovia per proseguire gli studi.

A pochi passi, nella navata laterale della parrocchia, si trova la cappella in cui il piccolo Karol ricevette il battesimo, il 15 giugno 1920. Una breve sosta ed è già ora di riprendere il viaggio, in direzione del Centro “Giovanni Paolo II” costruito di recente alla periferia di Cracovia. Qui è custodita la reliquia del sangue di Giovanni Paolo II, donata dal cardinale Dziwisz. Don Stanislao, che oggi è arcivescovo di Cracovia, ha vissuto quasi tutta la vita accanto a lui, fino agli ultimi istanti. “In quelle ore – ricorda Dziwisz – cominciava a emergere l’intera verità su Karol Wojtyla, sull’uomo, sul papa. La verità della sua santità”.

Alcune parole di Giovanni Paolo II hanno introdotto anche la meditazione proposta da don Pier Giulio Diaco nell’omelia della Messa, celebrata nel Santuario della Divina Misericordia: “Nella misericordia di Dio il mondo troverà la pace e l’uomo la felicità”. Il vicario generale ha esortato ad essere consapevoli della grandezza del dono ricevuto. “Rimanete nel mio amore” è la sintesi di tutto il vangelo. “Significa essere dono per gli altri, di quell’amore di cui Dio ci ha colmato. Così potremo diventare apostoli della misericordia divina, come Santa Faustina Kowalska e San Giovanni Paolo II”.

In giornata, i pellegrini avevano visitato anche il santuario di Kalvaria-Zebrzydowska, luogo strettamente legato alla devozione del popolo polacco e alla memoria di Karol Wojtyla, che vi è tornato più volte anche da papa.

Ed

Pubblicato giovedì 21 Agosto 2014 alle 08:44

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