Una pubblicità che lascia allibiti

Caro Francesco,
sono allibita che alcune reti televisive nazionali pubblicizzino un “prodotto” quale AdottaUnRagazzo.it nell’indifferenza generale. Mi riferisco ad una pubblicità impostata su una serie di spot in cui il protagonista è sempre un giovane che appartiene a varie categorie maschili: c’è il tatuato, il barbuto, quello con i capelli rossi e così via. Le doti dei soggetti  vengono propagandate e lodate da una suadente voce femminile in sottofondo, come merce in vendita: “Lasciati tentare da una vita in arancione – dice ad esempio del rosso di capelli -“.

Il tutto pare fatto con ironia, si esaltano la quantità di cheratina e morbidezza pilifera dell’uomo barbuto, i colori non nocivi sui muscoli scolpiti del tatuato, ecc., E come si conclude lo spot? Con un finto backstage in cui, a fine pubblicità, una nonnina (la consumatrice finale?), capelli candidi, accarezza e dimostra di apprezzare l’ornamento del mento dell’uno, o la gaiezza dei colori che l’altro porta impressi sulla pelle. E la voce femminile che invita: “Adotta un ragazzo”.

Alcune personali considerazioni: è lecita una pubblicità di tal fatta? E’ consentito? E se lo è non è perlomeno di cattivo gusto, irriguardoso accostare l’immagine di una simpatica vecchietta a quello che altro non è un sito di incontri online? Dice infatti il sito ”Il concetto alla base di adottaunragazzo.it è semplice. Il cliente è re, in questo caso, è regina. Onore alle signore. Al supermercato degli incontri, le donne fanno buoni affari. Questo è il sito su cui comprare un fidanzato  www.adottaunragazzo.it : la Boutique online degli uomini oggetto è il modo migliore per distinguerti dagli altri utenti. Mostra di avere humor, cultura, stile… Scegli se essere acquistato o se vuoi acquistare”.

E compare addirittura l’icona col il carrello nel quale depositare il prescelto. Mi documento un po’ e scopro che il sito italiano è gemello del francese adopteunmec.com che, nato 4 anni fa oggi conta 5,7 milioni di membri e un giro d’affari da capogiro.

Ora, i rischi della rete e del loro utilizzo non sono noti a tutti e la pubblicità sembra legittimare un modo di trattare la gente come merce che si acquista, in maniera innocua (se lo fa una signora anziana!) dando alla donna la falsa idea che sia lei a condurre il gioco. Non sarà questo il primo sito di incontri online, ma è ingannevole. Possibile che non esista un’authority che garantisca qualità e contenuti dei messaggi pubblicitari? Chi può nascondersi dietro un profilo barbuto, tatuato, di mori o di rossi? E con quali intenzioni?  E poi un altro abuso: l’uso scorretto del verbo adottare che ha un significato ben diverso dal fare affari e scegliere sul web. Verbo usato a sproposito: oggi, invece di dire prenditi cura di … si dice: adotta a distanza, adotta un cane, un gatto, un cantante lirico, un nonno. L’adozione è il dono gratuito di una famiglia a bambini e ragazzi che ne sono privi, non un acquisto al supermercato della carne. E per adottare bisogna essere giudicati idonei da servizi sociali e giudici di Tribunale. Tu che pensi? Un caro saluto.

Raffaella Candoli

Carissima Raffaela,
penso che tu abbia ragioni da vendere. Ecco perché pubblico questa tua lettera online senza aspettare il giornale cartaceo che riprenderà le consuete uscite giovedì 21 agosto. Eppoi, tu sei una che può scrivere certe affermazioni, avendole vissute sulla tua pelle. Grazie e complimenti per la consueta sensibilità con cui approcci il mondo.

Ciao e a presto.

Francesco Zanotti

Pubblicato martedì 5 Agosto 2014 alle 14:30

Una risposta a “Una pubblicità che lascia allibiti”

Commenti

  1. Giulia 05 Ago 2014 / 17:55

    La vecchietta è Lucienne Moreau, una comica francese. Inoltre credo che vada colta l’ironia del sito, ironia che si nasconde in ogni sfaccettatura del sito, dal nome allo spot televisivo.

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