Prosegue il dibattito sulla sussidiarietà. Rimane la responsabilità personale di ogni scelta

Carissimo direttore,
è molto interessante il dibattito intorno alla sussidiarietà a cui il
Corriere Cesenate sta dando da alcune settimane, un tema a cui il vostro giornale è particolarmente attento e che ha innescato un confronto ricco e stimolante. Tuttavia si ha la sensazione che alcuni esponenti del centro destra non abbiano conoscenza o preferiscano ignorare il proficuo e costante lavoro di scambio, proprio in spirito di sussidiarietà, che lega l’Amministrazione comunale a tutto il mondo dell’associazionismo e della cooperazione del terzo settore.

Una collaborazione che non si esplica in una elargizione assistenzialista che piove dall’alto ma nella risposta a precise esigenze che vengono dalla gente e nello stimolo alla partecipazione attiva e propositiva delle persone.

Sono molte – tante quante ne evidenzia un tessuto sociale che vanta straordinarie caratteristiche di solidarietà – le singole persone, le Associazioni e le Cooperative che operano nel territorio in sinergia con i servizi del Comune. Aggregazioni i cui componenti sono parte attiva del nostro tessuto sociale, singoli e famiglie direttamente ed indirettamente partecipi del lavoro quotidiano a sostegno dei più deboli e dei meno abbienti, associazioni che si pongono in modo autonomo e creativo nella promozione di progetti culturali per i quali il Comune è spesso solo impegnato nella realizzazione e nella cura dei “contenitori” (vedi Biblioteca Malatestiana).

Tuttavia, un’amministrazione comunale che assolva i propri compiti deve anche promuovere, organizzare, coordinare e sostenere il sistema dei servizi per quanto con l’ausilio fondamentale dei soggetti accreditati di cui (per fortuna) il nostro territorio è particolarmente ricco. Se si ignora questa realtà, il dibattito sui rapporti tra Comune e sussidiarietà rischia di diventare esclusivamente un proclama poco comprensibile e distante dalle sensibilità e dalle esigenze dei cittadini.

Non vorremmo che il condivisibile concetto della sussidiarietà secondo quel principio regolatore per cui se un ente che sta “più in basso” è capace di fare bene qualcosa, l’ente che sta “più in alto” deve lasciargli questo compito, eventualmente sostenendone anche l’azione, diventasse – in un’antitesi che pare avere solo un sapore di contrapposizione elettorale – lo strumento con cui si tende ad esautorare l’ente delle sue prerogative e dei suoi obblighi.

Parlare di “responsabilità sociale soffocata”, di “società civile anchilosata”, di “creatività spenta”, è quantomeno ingeneroso nei confronti delle migliaia di cesenati che ogni giorno mettono se stessi al servizio di un’idea o di un progetto e che di certo non si sentono coinvolte come semplici “supplenti” laddove il Comune non arriva, e neppure inerti “assistiti” quando, invece, è la loro progettualità e il loro impegno che fanno da motore alla situazioni di maggiore efficacia nella soluzione dei bisogni.

Grazie per l’ospitalità.

Paolo Zanfini
segretario comunale PD Cesena

Andrea Pullini
capogruppo PD in Consiglio Comunale

Carissimi Zanfini e Pullini,
grazie per la vostra lettera che alimenta il dibattito avviato su queste colonne. Tutti possiamo fare di più e meglio, sempre e comunque. Le critiche, quando non sono pretestuose, vanno accettate per cercare soluzioni più adeguate per tutti. Certo, il clima da campagna elettorale non favorisce il confronto pacato che comunque qui vorremmo mantenere, nonostante tutto.

Mi permetto solo una piccola riflessione: essere sussidiari significa sostenere e non sostituirsi, accompagnare e non imporre. Poi, come già ribadito due settimane fa, a ciascuno compete la propria responsabilità nel concreto delle scelte quotidiane, comprese quelle politico-amministrative.

Cordialmente.

Francesco Zanotti
zanotti@corrierecesenate.it

Pubblicato giovedì 10 Aprile 2014 alle 00:01

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