Capi scout Cesena, incontro in seminario

In 130 in seminario ai lavori per l’assemblea primaverile di Zona

Nelle scorse settimane, presso il seminario diocesano a Case Finali, tutti Capi scout di Cesena si sono riuniti per l’annuale Assemblea di Zona. L’incontro è avvenuto all’indomani della morte di Gabriele Placucci, scout da tutta una vita, marito e padre di una famiglia scout, fino all’ultimo attivo in associazione e punto di riferimento per il suo gruppo e per tutta la zona di Cesena.

L’inaspettata morte di Gabriele è stato un duro colpo per tutti, ma il vivere insieme quella giornata e le sentite parole pronunciate dal nostro assistente don Andrea Budelacci durante la Messa con cui abbiamo iniziato l’assemblea, ci hanno stretti in un abbraccio fraterno e hanno fatto sì che la fiducia nel Signore non cedesse il passo alla tristezza e al dolore.

Tema dell’Assemblea di quest’anno era la “Narrazione dell’esperienza di Fede”, uno stile di catechesi e trasmissione della fede a cui l’Agesci sta lavorando da anni a livello nazionale. Terminata la Messa e durante la mattinata, i centotrenta capi presenti si sono divisi in cinque gruppi di lavoro, ognuno dei quali ha vissuto un diverso tipo di esperienza, che poi hanno cercato di narrarsi l’un l’altro, guidati da alcuni capi più esperti di catechesi narrativa.

Nel pomeriggio, gli ospiti-relatori sono intervenuti in plenaria per tirare le fila della giornata e lasciare a tutti nuovi spunti e stimoli di riflessione. Cecilia Sgaravatto, capo scout della Pattuglia nazionale sperimentazione sulla catechesi narrativa, ha illustrato le caratteristiche della catechesi narrativa e il percorso fatto dall’Agesci a riguardo. Infine, don Erio Castellucci, assistente ecclesiastico degli scout di Forlì, ha preso la parola per dare ai capi il senso e il valore aggiunto dello stile narrativo usato nella catechesi: come la Bibbia è in fin dei conti una grande narrazione del rapporto tra Dio e l’uomo, anche noi educatori, nel nostro piccolo, dobbiamo tornare a utilizzare uno stile narrativo nella catechesi, in contrapposizione a quello esortativo (moralistico) e descrittivo (teologico), in modo che la Parola, attraverso il sentimento e l’esperienza narrata di chi racconta, diventi qualcosa di tangibile e tocchi veramente il cuore di chi ascolta. L’assemblea è terminata con un rosario recitato da tutti i capi per i nostri defunti.

Giovanni Lughi

Pubblicato giovedì 10 Aprile 2014 alle 00:01

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