Ricostruire

di Francesco Zanotti

Un intero Paese vive col fiato sospeso. La notizia del rinvio a giudizio per due reati molto gravi (concussione e induzione alla prostituzione minorile) del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha fatto in breve il giro del mondo. Non c’è sito internet e giornale online che non ne abbia dato conto. Siamo sulle prime pagine in tutti i continenti, con un calo di immagine del sistema Italia evidente agli occhi di ciascuno.

Ci sono ancora alcune questioni da chiarire. Prima fra tutte quella relativa alla competenza dei giudici di Milano. Sarebbe auspicabile una maggiore chiarezza, per non incappare in uno scontro fra istituzioni che porterebbe a un ulteriore disorientamento fra i cittadini. Se si invoca il Tribunale dei ministri, però, non lo si può fare per sottrarsi alla giustizia. Apparirebbe solo come la ricerca di un escamotage per evitare il processo fissato per il 6 aprile prossimo. E su questo possibile conflitto fra poteri dello Stato, il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, nel suo fondo di mercoledì scorso, ha chiesto che “nell’interesse generale si faccia tutto il necessario per sciogliere il nodo con rigorosa e assoluta tempestività”.

Resta, incombente, la questione governabilità. Come ha scritto Stefano Folli su “Il Sole 24 Ore” sempre di mercoledì “un premier imputato che trascorre le sue giornate a contestare i magistrati giudicanti è senza dubbio un uomo che non ha tempo per governare e probabilmente non ha più l’autorità per farlo con efficacia. Il che determina un drammatico problema”.

La crisi economica non è per nulla superata. Le famiglie arrancano, anzi sono veri e propri ammortizzatori sociali. Il lavoro per i giovani non c’è, esiste solo quello precario, mentre i contratti a tempo indeterminato sono diventati un ricordo del passato. Le riforme sono ferme, il Parlamento vive in eterna impasse e le risorse disponibili diminuiscono sempre. Davanti a questi scenari occorrerebbe un’azione governativa che si spingesse con autorevolezza alla ricerca di una via d’uscita dalla palude in cui siamo bloccati da troppo tempo.

Bisogna recuperare la stima della gente. Se il governo è impegnato nella strenua difesa del suo leader, l’opposizione trova coagulo solo contro lo stesso Berlusconi. Un po’ poco per chi pensa di candidarsi alla successione. Occorre uno sguardo più ampio, rivolto al futuro, alla ricostruzione di un tessuto sociale che si è andato smarrendo in troppi anni di anarchia culturale e di relativismo spinto all’eccesso.

Risuonano quanto mai opportuni i richiami che il cardinale Angelo Bagnasco ha fatto nella prolusione al Consiglio permanente della Cei del 24 gennaio scorso: “La desertificazione valoriale ha prosciugato l’aria e rarefatto il respiro”.

Ancora di più si può azzardare: l’aria si è quasi fatta irrespirabile. La buona volontà da sola non basta più. Ci vogliono ragioni forti per dare un senso all’agire umano.

Pubblicato mercoledì 16 Febbraio 2011 alle 17:30

Una risposta a “Ricostruire”

Commenti

  1. Carlo Alessandri 17 Feb 2011 / 19:01

    Commentando il bel editoriale di Don Piero sulla possibile, anzi auspicabile Resistenza civile, auspicavo una fase di Rifondazione
    Repubblicana, contro questo deserto morale della plutocrazia
    amorale che stà facendo ancora le sue “prede” ( vedi i neo transfughi finiani che vista l’impossibilità di vincere il braccio di ferro con il Drago , si rimettono al suo servizio da “Responsabili, quindi sulla stessa linea, non posso che condividere l’espressione Ricostruire ma, ora, adesso, da subito.

    Non solo il Premier non si dimetterà, ma anche il nostro parlamento non si dimetterà mai (altro che scelta Aventiniana post litteram !! ) : tutti attenti ad arrivare alla fine legislatura per incassare il premio della pensione a vita !!

    Allora costruiamo nel frattempo in fretta l’humus culturale
    per fare della vita sociale il luogo di incontro e di dibattito per rendere la nostra fede lievito, per una speranza nuova da lasciare ai nostri figli.

    Durante la seconda guerra mondiale la Chiesa fisicamente ospito’ uomini anche di credo e di fedi politiche diverse per sottrarli
    alla persecuzione Nazi fascista.

    La Chiesa oggi, se Dio vuole, puo’ essere questo luogo di
    ricrescita e di rinascita.

    Una proposta concreta : so’ che annualmente la Diocesi e la Comunità Benedettina invitano le autorità politiche e gli uomini di buona Volontà per un dialogo serio e mai interrotto : ricostruiamo un luogo di ricostruzione e di resistenza dilatando questi momenti a incontri almeno mensili : un seminario permanente per uomini di buona volontà che abbiano a cuore la rifondazione del nostro vivere civile.

    Ringrazio , come sempre, per l’ospitalità e l’attenzione.

    Carlo Alessandri

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