La risalita di Paolo Brosio

Il popolare giornalista ha fatto il “tutto esaurito” ai “Dialoghi per la città”. La sua provocazione: “Il Tg è una mitragliata al cuore”

Che si sia trattato di un “miracolo” della Madonna di Medjugorje o del tremendo potere evocativo della televisione non è dato saperlo. Fatto sta che lunedì scorso l’Aula magna della facoltà di Psicologia a Cesena era stracolma di persone, 400 a sedere e oltre un centinaio in piedi, accorse per ascoltare Paolo Brosio, giornalista, uomo di spettacolo e scrittore.

Un fiume di gente tale che già mezz’ora prima dell’evento gli organizzatori sono stati costretti a chiudere le porte d’accesso per questioni di sicurezza, lasciando a bocca asciutta altre centinaia di persone.

Un successo, quello riscosso da Brosio impegnato a girare l’Italia presentando il suo libro “A un passo dal baratro” (edizioni Piemme), che il giornalista toscano sa spiegare in un solo modo: “Ci dev’essere qualcosa che va al di là dell’umano, al di là delle mie capacità di comunicatore. In passato ho scritto altri due libri, uno sulla mia esperienza di inviato del Tg4 per Tangentopoli e un altro, ironico, ai tempi di “Quelli che il calcio”. Entrambi hanno venduto bene, 50-60mila copie, ma mai quanto questo libro che, in appena due mesi, ha già toccato 145mila copie”.

Il dolore e la fede

Sin dalle prime battute Brosio ha stabilito un contatto empatico con la platea, davanti alla quale ha raccontato a cuore aperto una serie di terribili vicissitudini che lo hanno segnato negli ultimi anni: la morte del padre, la separazione dalla seconda moglie, l’incendio doloso al locale in Versilia dove aveva investito soldi e speranze. Circostanze lo avrebbero spinto all’interno del tunnel della droga: “Dopo la separazione da mia moglie – ha spiegato – cercai di applicare la teoria del chiodoscaccia- chiodo. Le donne sono sempre state il mio tallone d’Achille e per provare soddisfazione con loro, tra sesso sfrenato e comportamenti libertini, facevo ampio uso di stupefacenti”.

A posteriori Paolo Brosio si rivede cieco e sordo: “Mia moglie, bellissima e dolcissima, era un punto di equilibrio per me ed io non sono C stato in grado di valorizzarla. Pensavo solo a lavorare, lavorare, lavorare. Il fatto che mi avesse lasciato mi ferì anche perché mi ritenevo al centro del mondo”.

Solo, smarrito e ferito, Brosio ha passato mesi terribili nei quali provava ad uscire dalla sua condizione unicamente con le proprie forze. Poi, un giorno, si è riavvicinato alla fede a piccoli passi: “Andai dal mio parroco a Forte dei Marmi, lo abbracciai e mi confessai. Il male è un’entità che si può combattere solo affidandosi a qualcosa di più grande”.

Dopo qualche altro mese accidentato, illuminato però dalla fede ritrovata, l’incontro decisivo a Torino con un sacerdote del Santuario della Consolata: “Ho cominciato a capire che lo Spirito Santo è gratis e fa bene, a differenza della cocaina che costa e uccide. Mi è venuto un coraggio incredibile nell’affrontare la vita, un coraggio che mi hanno dato Gesù e la Madonna: io non ce l’avrei mai fatta da solo!”.

A Medjugorje per imparare a pregare

Per fortificare la sua fede acerba Brosio, con l’entusiasmo tipico dei neoconvertiti, si è gettato a capofitto nell’approfondimento della religione ed in particolare, seguendo l’esempio della madre, del culto mariano. Da lì si è avvicinato all’esperienza di Medjugorje, organizzando viaggi aerei alla volta del santuario “Regina della pace” nella piccola cittadina della Bosnia-Erzegovina.

“A Medjugorje ho capito appieno l’importanza della preghiera e il fatto che Dio mi aveva fatto provare tutto quel dolore per scorticarmi, rinnovare la mia pelle e aprirmi il cuore. Solo con un cuore aperto, infatti, si può pregare veramente. La preghiera ti protegge, sempre. È come una corazza”.

Fra un racconto e un aneddoto, Brosio ha lanciato anche diverse provocazioni, specie ai giovani presenti: “Occorre imparare a divertirsi con il senso della misura. Fatevelo dire da uno che ha rischiato di morire, ha alzato bandiera bianca e invocato aiuto. Fidatevi di Gesù Cristo e di sua Madre: sono gli unici che non tradiscono mai. Io l’ho capito sulla mia pelle. La verità a volte fa male, ma alla lunga paga sempre”. Un’ultima tirata d’orecchi è stata riservata ai giornalisti: “Il telegiornale, pieno di cronaca nera, è una mitragliata al cuore. Bisogna dare più spazio alle buone notizie. Io ora so cosa fare: devo raccontare le cose del Cielo. Io mi sono fidato!”.

Michelangelo Bucci

Pubblicato venerdì 12 Marzo 2010 alle 00:06

4 risposte a “La risalita di Paolo Brosio”

Commenti

  1. alfonso 15 Mar 2010 / 16:33

    Ciao a tutti,
    su un’altra testata giornalistaica mi sono permesso di proporre un mio cmmento in cui parlavo di DIO e del valore della famiglia inscindibile da DIO stesso, intesa come un patto di fedeltà tra la coppia e DIO. Il commento non l’hanno accettato forse perchè ho detto una cosa in modo chiaro e deciso: DIO non ammette giustificazioni verso quelli che tradiscono il patto, verso quelli che vivono modelli di famiglia diversi da quello stabilito da LUI e verso quelli che sostengono questi modelli fallaci.
    Oggi si parla di tanto di verità ma mi sono accorto che l’unica verità che vogliamo ascoltare è quella che ci conviene, quella che soddisfa i nostri capricci!
    Grazie e sia lodato sempre il nome di Gesù Cristo.
    alfonso

  2. arrigo 16 Mar 2010 / 10:50

    “DIO non ammette giustificazioni verso quelli che tradiscono il patto, verso quelli che vivono modelli di famiglia diversi da quello stabilito da LUI e verso quelli che sostengono questi modelli fallaci.”
    alfonso,
    sei appena uscita dalla Messa di domenica ed hai questo concetto di Dio? Non ti dice niente la parabola del figliol prodigo (Vangelo di domenica)? o quella della pecorella smarrita?
    Dio è PADRE E MISERICORDIOSO! Ti riferisci, forse, al Dio del Vecchio Testamento? il Dio degli Eserciti?

  3. Alessandroz 17 Mar 2010 / 11:23

    Arrigo, penso che Alfonso si riferisse a quelli che non si convertono e si pentono dei loro errori.

  4. alfonso 19 Mar 2010 / 15:31

    Alessandroz,
    sì, esatto, mi riferisco a tutti quelli che non si convertono e che fine all’ultimo istante della vita che DIO ha concesso loro non si pentono dei loro peccati nonostante che DIO li aspetti fino all’ultimo.
    Ciao a tutti.
    alfonso

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