Eritrea, nella povertà un popolo dignitoso

Da Cesena aiuto e sostegno ai bambini sofferenti. Il resoconto dell’ultimo viaggio effettuato dalle volontarie cesenati

Diceva madre Teresa di Calcutta: “Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe un goccia in meno”. Chissà se cinque anni fa, all’inizio di questa “avventura”, le cesenati Concetta Panzera e Carmela Governali avevano mai immaginato quale ’movimento dell’amore semplice’ si sarebbe creato dietro al progetto concreto di aiutare un popolo dell’Africa nord-orientale, quello dell’Eritrea, martoriato da anni di guerra civile e dalla dittatura?

Un aiuto che consiste nella promozione di adozioni a distanza di bambini e delle relative famiglie, oltre alla raccolta fondi per l’invio di materiale e cibo: un container è arrivato a destinazione da poche settimane e un altro è in via di raccolta e partirà nel prossimo ottobre. Un aiuto che vede la collaborazione costante di aziende private e della Caritas diocesana, oltre appunto alle famiglie ’adottive’.

E a cinque anni di distanza da quel primo viaggio, compiuto insieme al vescovo emerito di Cesena- Sarsina Lino Garavaglia, Concetta ha seguito quel richiamo del cuore che l’ha voluta di nuovo in Eritrea, insieme con Elena e a Marion, in visita ai ’suoi’ bambini che da 6 di quella prima adozione sono diventati ben 270.

“Quale consolazione abbiamo trovato nell’abbraccio dei tanti bambini degli 11 villaggi tra le montagne della periferia della capitale Asmara, nella zona centrale dell’Eritrea – raccontano con entusiasmo a pochi giorni dal loro rientro a Cesena -. Quello che abbiamo potuto vedere con i nostri occhi è sì la grande povertà, ma tanto ci ha colpito la dignità di questo popolo, laborioso, sereno, forte di una fede che li aiuta ad affrontare le grandi ristrettezze con la speranza che il giorno successivo potrebbe essere migliore”.

Oltre ai villaggi, le cesenati hanno visitato anche il carcere femminile e un ospedale: “Quale tenerezza negli occhi delle mamme che accudivano i loro bambini – racconta Elena -. E che consolazione notare come a una povertà materiale si contrapponga una grande sensibilità e ricchezza d’animo. Ho ancora negli occhi l’immagine di quella giovane sposa che, nel ricordare il marito morto di recente, si asciugava le lacrime non con un semplice fazzoletto, ma con un lembo di stoffa di una maglietta del suo sposo; stoffa legata a un polso, come se una parte di lui fosse ancora insieme a lei”.

In Eritrea a muovere la ’macchina’ degli aiuti provenienti dal comprensorio cesenate è padre Gabriel, frate cappuccino che si avvale della collaborazione di suore francescane comboniane di Sant’Anna e San Vincenzo.

“Ringraziamo tutte quelle famiglie cesenati che hanno riposto fiducia in noi e nei nostri semplici mezzi. Oltre al denaro che periodicamente viene inviato, in Eritrea abbiamo cercato di portare un poco di quel tanto affetto che le famiglie ’adottive’ dimostrano verso i ’loro’ bambini, così lontani fisicamente, ma così presenti nei loro pensieri”, precisa Concetta.

Meno di un euro al giorno sono sufficienti per il mantenimento dignitoso dei bambini che così possono frequentare la scuola. E per un aiuto concreto alle famiglie, composte in prevalenza da mamme e figli piccoli. Soldi che vengono consegnati dai missionari direttamente alle mamme.

Per chi volesse avere maggiori informazioni, si può rivolgere direttamente a Concetta Panzera, 338 9658619; Carmela Governali 339 1643741; Elena Oliveri, 329 5922306. Saranno presenti per un mercatino di solidarietà allestito dal 13 al 16 agosto nel parco adiacente alla Basilica del Monte, a Cesena. Il mercatino sarà poi allestito ogni domenica, mattina e pomeriggio, fino al 6 settembre. Sarà possibile acquistare pezzi di artigianato eritreo.

Sl

Pubblicato venerdì 7 Agosto 2009 alle 00:02

4 risposte a “Eritrea, nella povertà un popolo dignitoso”

Commenti

  1. Stefano Pettini 11 Ago 2009 / 10:51

    Quello delle volontarie cesenate è for di dubbio un impegno condivisibile e meritorio soprattutto perché realizzato attraverso la sensibilizzazione di un variegato numero di persone e di realtà sociali italiane che in questo modo hanno la opportunità di approfondire la conoscenza del popolo eritreo che per moltissime ragioni storiche e culturali merita da parte nostra ogni considerazione.

    Tuttavia l’articolo purtroppo piuttosto che approfondire questi aspetti storici e culturali presentandoli come il reale motore che alimenta gli eccellenti rapporti umani fra la gente italiana e quella eritrea, si presenta per far leva sui sentimenti di carità della gente una realtà dell’Eritrea distorta e politicizzata.

    E’ deontologicamente corretto presentare il paese come “martoriato da anni di guerra civile e dalla dittatura” quando con un minimo di approfondimento storico si può facilmente verificare che in Eritrea non c’è mai stata una guerra civile e che governo e presidente sono stati nominati da legittime assemblee popolari?

    Non sarebbe più corretto presentare il paese per quello che è in realtà e cioè un paese che con tutte le sue energie sta promuovendo la sua emancipazione e il suo progresso, in un’area del globo difficile e socialmente instabile, puntando prioritariamente al benessere delle sua gente?

    Stefano Pettini

  2. Patrizia Baldini 16 Ago 2009 / 09:46

    Mi stupisce l’ultima frase di Stefano Pettini.
    Come si fa a parlare di un Paese in via di emancipazione, quando in questo Paese vige un regime dittatoriale?
    E’ vero che in Eritrea non c’è mai stata la guerra civile e che Isaias Afewerki è il presidente eletto nel 1993 dopo l’indipendenza del Paese dall’Etiopia, ma è anche vero che questo presidente è attualmente il dittatore della repubblica di Eritrea.
    Questa dittatura ha portato all’impoverimento della popolazione, al servizio militare obbligatorio a tempo indeterminato per uomini e donne, alle migrazioni di massa dei giovani, all’incarcerazione e tortura per i disertori e per i famigliari dei giovani migranti. Tutto ciò è pubblicamente denunciato dalle Agenzie per la tutela dei diritti umani.
    Non credo quindi che quanto pubblicato sia la rappresentazione di “una realtà dell’Eritrea distorta e politicizzata”.
    Vorrei soltanto aggiungere che meriterebbe un approfondimento la situazione degli eritrei che negli ultimi quarant’anni si sono rifugiati nei campi profughi in Sudan, nell’area di Kassala. In questi campi vivono centinaia di migliaia di eritrei in condizioni di assoluta povertà, dimenticati dal mondo. I campi hanno iniziato a popolarsi negli anni ’60 durante la guerra per l’indipendenza contro l’Etiopia, per poi diventare campi stanziali dove, oggi, arrivano i profughi eritrei che non hanno la forza fisica od economica per affrontare il duro viaggio migratorio verso l’Europa.
    Patrizia Baldini

  3. Stefano Pettini 18 Ago 2009 / 10:13

    Chi fa della carità e della cooperazione la sua ragione di vita o il fulcro dei suoi interessi dovrebbe agire tenendosi su posizioni equidistanti e distaccate dalle vicende politiche dei paesi dove intende operare.

    Indipendentemente dalla situazione politica o dalle opinioni personali queste persone dovrebbero attirare l’interesse della gente sensibilizzandola attraverso la descrizione delle prospettive positive che la loro azione coordinata potrebbe produrre e non fare leva sul senso di pietà della gente descrivendo scenari apocalittici molto spesso non corrispondenti alla realtà.

    Quanto alle considerazioni di tipo politico del tutto personali proposte dalla lettrice Patrizia Baldini ci sarebbe molto da discutere, ma non credo che questa sia la sede adatta e invito chiunque voglia approfondire tali argomenti di visitare il forum del sito http://www.eritreaeritrea.com

    Stefano Pettini

  4. misteriosa 28 Ago 2009 / 13:23

    SALVE!!!!SONO UN RAGAZZA ERITREA DI 22 ANNI,SINCERAMENTE NN SO KOSA SCRIVERE XKE LE PAROLE MI VENGONO MENO ,MA HO LETTO QUELLO KE AVETE FATTO X LA MIA GENTE E MI SN COMMOSSA!!!GRAZIE,IN QUESTO DIFFICILE PERIODO SAPERE KE C’E’ QUALKUNO KE SI INTERESSA A NOI E’ TANTO!!!E VOI SIETE SPECIALI!!!
    NN LASCIO IL MIO NOME XKE NN VORREI RISCKIARE!!!
    GRAZIE

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