Il vescovo a Gambettola chiede perdono

Il vescovo Antonio ha incontrato la comunità parrocchiale di Gambettola. E’ accaduto martedì scorso, in una sala gremita di gente, nella “Casa del ragazzo”.

Dopo l’arresto di don Alvaro Tejada Coca avvenuto nella mattinata del 10 maggio con l’accusa di violenza sessuale su un ragazzo di 22 anni e a seguito delle notizie emerse dalla stampa locale che raccontano di diverse testimonianze sul conto del prete boliviano descritto come un tipo dal comportamento un po’ troppo disinvolto, l’incontro tra il vescovo Lanfranchi e Gambettola era molto atteso.

Monsignor Lanfranchi non si è nascosto nulla. Ha parlato di “consolazione, ferita e vicinanza”. Ha detto che la legge civile e quella ecclesiale dovranno fare il loro corso e “nulla avremmo di guadagnato se si volessero sminuire i fatti”.

Poi si è domandato se non si poteva evitare il fatto increscioso. “Quando l’ho ordinato sacerdote – ha aggiunto il vescovo – non avevo motivi sufficienti per non farlo. Col senno di poi dico che non andava ordinato. Ho sbagliato il discernimento su di lui e per questo chiedo umilmente perdono”.

In seguito il vescovo ha posto la domanda che molti si attendevano: perché a Gambettola? “Quando faccio una scelta mi faccio guidare da questi criteri – ha precisato -. Prima di tutto l’affidamento a un sacerdote che possa fare da guida. Poi la possibilità di vivere un’esperienza di comunione e anche le necessità della parrocchia che lo deve accogliere”.

Da ultimo il vescovo ha ribadito che “non devono venire meno la fiducia e la dedizione al servizio educativo in mezzo ai giovani con un supplemento di generosità”. Nel dibattito con la gente è emersa forte l’urgenza di garantire fin da subito una presenza autorevole in mezzo ai giovani per portare avanti le numerose attività estive in programma: campi scuola e centro estivo prima di tutto.

Pubblicato venerdì 22 Maggio 2009 alle 00:01

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