Il trasporto pubblico unisce le forze

Una “area vasta romagnola” anche per gli autobus. Serve però una gestione oculata per evitare voragini nei bilanci

CESENA – Dopo l’area vasta sanitaria e quella dei servizi pubblici (Hera) in Romagna è arrivata l’area vasta dei trasporti pubblici. Nel giro di un anno le aziende di trasporto di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini si fonderanno in un’unica società pubblica che, nel 2011, si aprirà al capitale privato.

Una scelta che porta con sé potenzialità e pericoli, proprio come accadde alla nascita di Hera.

Il primo passo è stato fatto in Consiglio provinciale lunedì scorso con l’approvazione di una convenzione per l’aggregazione delle società di trasporto pubblico di Forlì-Cesena (Avm, nata nel gennaio scorso dalla fusione tra e- Bus, Setram e Saces), Rimini (Tram servizi) e Ravenna (consorzio Atm). Queste società, negli anni scorsi, erano nate per distacco dalle vecchie aziende di trasporto. In provincia di Forlì-Cesena, ad esempio, e- Bus era nata staccandosi da Atr trasformata a sua volta in “agenzia per la mobilità”.

Con questo accordo la separazione sarà ancora più marcata. Ad oggi le società di trasporto pubblico hanno a libro paga gli autisti dei bus. A breve riceveranno anche la proprietà degli autobus, delle officine e delle biglietterie. Mentre, in futuro, potrebbe essere ceduta anche la gestione dei parcheggi a pagamento. Le agenzie per la mobilità, in questo modo, manterranno solo un ruolo di indirizzo e saranno pronte a fissare gli standard di trasporto per affidare i servizi nel giro di qualche anno con un bando europeo.

“Si tratta di un passo in avanti verso la semplificazione e lo sviluppo del servizio – ha assicurato l’assessore provinciale alla mobilità Castagnoli – che passerà anche attraverso l’ingresso dei privati nella nuova società. Un passaggio che avverrà nel 2011 con una gara pubblica”.

La convenzione è stata approvata con i voti favorevoli della maggioranza mentre il centro-destra si è opposto: “Noi siamo favorevoli alle privatizzazioni – ha specificato il consigliere Fabio Dallamotta (Fi-Pdl) – in quanto i privati permettono una gestione più efficiente del servizio. Ma questa non sarà una vera privatizzazione, dato che i privati entreranno in una società nata dall’accorpamento di tre aziende che hanno creato il disastro a livello di trasporto pubblico locale”.

La Regione Emilia-Romagna contribuirà con 15 milioni di euro alla nascita della nuova società. Che rischiano di essere una goccia nel mare delle necessità se la nuova azienda non riuscirà a trovare in tempo breve un modello di gestione diverso dai precedenti, distintisi in passato per le voragini di bilancio dei propri conti.

Michelangelo Bucci

Pubblicato venerdì 24 Aprile 2009 alle 00:04

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