Caso Paresa: una gran brutta figura

L’assessore Zittignani alla trasmissione Mi manda Rai3

CESENA – Non si placano le polemiche sul premio per la sicurezza sul lavoro assegnato dal Comune di Cesena alla società Paresa. Della vicenda si è occupata la settimana scorsa la trasmissione “Mi Manda Rai 3” che ha messo a confronto Rachele Tafuri, vedova di un operaio morto sette anni fa in un cantiere Paresa, con l’assessore Maria Grazia Zittignani che ha premiato l’azienda.

Il premio voluto dal Comune di Cesena doveva essere uno stimolo per le imprese del territorio a fare di più e meglio per combattere infortuni e morti bianche. La decisione di premiare l’azienda Paresa, però, si è rivelata un boomerang per l’Amministrazione comunale, al centro di una polemica che in pochi giorni ha superato i confini della Romagna.

L’Amministratore delegato della Paresa, infatti, è sotto processo per l’omicidio colposo di un proprio capocantiere, morto folgorato sette anni fa in provincia di Salerno. Si chiamava Agostino Talò e aveva una moglie e due figlie di 2 e 11 anni. La sua vedova, Rachele Tafuri, aveva già scritto al Comune dicendosi indignata per la decisione. Sugli schermi televisivi, la settimana scorsa, si è confrontata con l’assessore Maria Grazia Zittignani durante la trasmissione “Mi manda Rai3”.

L’Amministrazione ha ribadito la bontà della propria decisione: per la Zittignani la Paresa si è impegnata a fondo sul fronte della sicurezza, diminuendo incidenti e feriti nei propri cantieri. Ma la signora Tafuri, che da sette anni aspetta un risarcimento per la morte del marito, è rimasta sulle sue posizioni. Le sarebbe bastata solo una telefonata da parte dell’Amministrazione prima che venisse deciso il vincitore del premio. Ma la telefonata non è arrivata. La sera della premiazione, poi, nessuno ha parlato della morte di suo marito.

Per il professor Ugo Ruffolo, l’esperto di diritto della trasmissione, il premio del Comune si potrebbe addirittura interpretare come un condizionamento del processo in corso, una sorta di pressione sulla magistratura. Una tesi respinta in studio dalla Zittignani che ad un certo punto è sbottata prendendosela anche con il giornalista Andrea Vianello.

Solo nel finale l’assessore ha riconosciuto di aver fatto uno scivolone chiedendo scusa alla Tafuri. Che, a sua volta, ha avuto parole di pietra: “Perché, a questo punto, non dare anche un premio per la sicurezza stradale a qualcuno che abbia investito e ucciso con l’auto un pedone qualche anno fa, premiandolo per non aver più commesso errori simili?”.

Michelangelo Bucci

Pubblicato venerdì 5 Dicembre 2008 alle 00:05

9 risposte a “Caso Paresa: una gran brutta figura”

Commenti

  1. Maria Grazia Bartolomei 10 Dic 2008 / 15:58

    Innanzitutto la massima solidarietà alla signora Tafuri e alle sue figlie!!!
    Oltre all’ormai conclamata inopportunità del conferimento del premio, si deve particolarmente sottolineare il forte rischio che esso avrebbe potuto costituire come elemento a favore dell’azienda nel corso del processo ancora in essere. E’ grave che l’Amministrazione non abbia considerato come l’iniziativa presa, senza la reazione della famiglia del lavoratore morto, con la conseguente presa di posizione dell’opinione pubblica, avrebbe potuto essere utilizzata a proprio vantaggio dalla difesa dell’azienda per i fatti di sette anni fa. Per questo ulteriore problema creato alla famiglia, dopo la morte del congiunto, ci si dovrebbe sentire fortemente a disagio!
    La politica deve stare ben attenta a non interferire con le vicende processuali; al contrario, se considera la sicurezza nei luoghi di lavoro una priorità, deve attivarsi per mettere in campo azioni di prevenzione, formazione ed informazione. Anche sul nostro territorio, di cui spesso decantiamo i primati positivi, non si è comunque ancora raggiunto un adeguato livello di standard di sicurezza sui luoghi di lavoro e le morti bianche sono ancora un’emergenza sociale.
    E’ compito della politica fare in modo che vengano finalmente posti in essere tutti quei sistemi di controllo che rendono più sicuri i luoghi di lavoro, procedendo su questo terreno con passi più decisi rispetto a quanto sin qui fatto, con il coinvolgimento anche di organismi bilaterali appartenenti al mondo sindacale ed imprenditoriale. Non bastano gli spot (anche se non così malamente riusciti) a risolvere le più gravi problematiche della collettività!

  2. stefano angeli 13 Dic 2008 / 00:25

    Purtroppo il sindaco, chiamato in commissione a riferire su questo increscioso episodio, ha negato ogni colpa e ha difeso l’indifendibile assegnazione del premio. Sia il primo cittadino che l’assessore Zittignani non hanno voluto minimamente ammettere l’errore, anzi lo hanno giustificato nei modi più incredibili. Conti ha dichiarato, tra l’altro, che l’amministrazione era al corrente dell’incidente mortale di 7 anni fa, ma non era al corrente che la vicenda giudiziaria fosse ancora in piedi. Eppure le udienze chiave della vicenda si stanno per tenere in tribunale proprio in questi giorni, casualmente proprio poco dopo l’assegnazione del controverso premio sulla sicurezza. NOn è un caso però che gli avvocati della azienda si siano portati in tribunale il video con la cerimonia di assegnazione del premio, forse per influenzare i giudici e chiedere le attenuanti generiche, che potrebbero anche portare all’archiviazione per scadenza dei termini! Che si sia avuta una strana fretta ad istituire il premio e a darlo (senza confronto alcuno) alla Paresa è un fatto evidente e sempre più sospetto.

  3. Alberto Busato 13 Dic 2008 / 23:24

    Io non sono del tutto al corrente del merito della questione e neppure se «Premio per la sicurezza del lavoro» sia il titolo giusto del premio. Certamente questo titolo stride se nell’Azienda c’è stato un morto sul lavoro. D’altra parte, potrebbe essere che l’Azienda si sia prodigata nelle misure antinfortunistiche in maniera encomiabile proprio in segno di riparazione per quell’infortunio a carico. Come dire: da un male produrre un incentivo a un bene. In questo caso può configurarsi un riconoscimento all’Azienda citandola come esempio per avere maturato una sensibilità positiva, dopo un fatto tragico. Certamente la cosa doveva essere preparata adeguatamente coinvolgendo la Signora Tafuri, previa la definizione del suo risarcimento per la morte del marito e recessione dalla parte civile del processo. Il titolo del premio doveva richiamare il fatto luttuoso, magari nella motivazione: Per esempio: “Premio per il massimo impegno sulla sicurezza nel lavoro”. Questa dizione non esclude incidenti pregressi. Ciò che interessa dal punto di vista etico, non è una condanna perpetua, ma un rinnovamento di pensiero e d’azione verso una sicurezza sempre più garantita anche oltre le prescrizioni di Legge, facendo tesoro delle proprie esperienze, purtroppo anche negative.
    Alberto Busato

  4. stefano angeli 14 Dic 2008 / 17:42

    Sono d’accordo con lei signor Busato, ma il comune non ha fatto nessuna delle cose che lei auspicava. Non ha parlato con la vedova prima di conferire il premio, anzi non l’ha neppure informata, non ha citato il fatto durante la premiazione e non avrebbe detto niente a nessuno se la vedova stessa non avesse protestato pubblicamente. Ma la cosa più grave è che a tutt’oggi, nonostante una commissione fatta ad hoc, l’amministrazione non ha spiegato in base a quali valutazioni oggettive è stata scelata l’azienda, quali erano i parametri di confronto e quali erano, se c’erano, le altre ditte prese in considerazione. Da qualunque parte la si guardi questa è una situazione incresciosa e penosa. Abbiamo chiesto al sindaco di valutare la possibilità di ottenere le dimissioni dell’assessore e lo abbiamo fatto certamente non per un fatto personale nei confronti dI Maria Grazia Zittignani, ma per indicare anche a lei stessa l’unica via dignitosa per uscirne, purtroppo nè lei nè il sindaco hanno colto questa possibilità di salvare la faccia, l’ultima.

  5. Maria Grazia Bartolomei 14 Dic 2008 / 21:04

    Per prima in città ho chiesto all’Amministrazione un riesame in sede di autotutela amministrativa dell’atto di conferimento del premio per la sicurezza che portasse al suo annullamento, vale a dire alla revoca del premio stesso, dal momento che devono ancora essere accertate le responsabilità in sede processuale per l’infortunio mortale sul lavoro di un dipendente di quell’azienda ed il premio in questione potrebbe costituire un’interferenza indebita a favore dell’azienda stessa. Il fatto che, a seguito di questa mia proposta, l’avvocato della famiglia mi abbia inviato una lettera in cui confermava la fondatezza del mio timore, mi ha ancor più coinvolto su una vicenda per cui Cesena soffre ancora.
    Al termine della riunione delle commissioni consiliari competenti, durante la quale tutte le forze di opposizione presenti in Consiglio comunale si sono unite alla richiesta di revoca del premio, il Sindaco si è avvicinato a questa posizione, dando la disponibilità a scrivere una lettera che attesti come l’assegnazione fatta non abbia assolutamente nulla a che vedere con la vicenda discussa in tribunale. Certamente sarebbe opportuno anche che il Sindaco usasse, per gli ulteriori passi avanti, tutta la sua autorevolezza, sensibilità e umanità, confermata nell’intervista su “Il Resto del Carlino” del 12 dicembre scorso dalla signora Tafuri, che ha dichiarato: “… da parte del Sindaco Conti ho potuto constatare un effettivo rammarico, misto a commozione …..”. Personalmente ritengo che se il Sindaco avesse avuto tempo per partecipare direttamente alle decisioni circa l’assegnazione del premio, avrebbe predisposto approfondite verifiche preliminari, soprattutto per la conoscenza – come asserito dall’Assessore Zittignani – della morte bianca di un lavoratore di quell’azienda. Come ha proceduto poi l’Assessore per scegliere quell’azienda come unica assegnataria del premio?
    Quanto al comportamento tenuto dall’Assessore in commissione, esso mi ha fatto riflettere su come non basti avere a cuore (solo) alcune tematiche per riuscire ad amministrare una città. Da questo modo di amministrare sarebbe interessante avere un chiaro segno di discontinuità dal candidato sindaco dell’attuale maggioranza.
    Sarebbe, per concludere, anche inopportuno continuare in futuro ad attribuire un siffatto premio; molto meglio procedere alla segnalazione di tutte le aziende che in un periodo determinato (ad es. gli ultimi due anni) si sono impegnate in modo encomiabile ed oggettivo per la sicurezza sul lavoro, dando la giusta enfasi al tema e favorendo anche per questa via comportamenti virtuosi.

  6. stefano angeli 20 Dic 2008 / 08:31

    La Giunta e la maggioranza di sinistra che governa la città hanno, ieri sera in consiglio, respinto anche l’ordine del giorno da noi presentato per una revoca cautelativa del premio alla ditta Paresa, almeno fino alla conclusione dei processi in corso. Purtroppo nemmeno questa opportunità è stata colta per uscire da una situazione sempre più incresciosa. Anzi le reazioni dei consiglieri del PD intervenuti e della giunta sono state di più rigida e totale chiusura, a difesa strenua solo di se stessi. Tutti i consiglieri di maggioranza intervenuti hanno infatti espresso ampia solidarietà all’assessore Zittignani, ma si sono totalmente dimenticati di esprimere una sola parola di solidarietà alla vedova ed alla famiglia dell’operaio morto tragicamente. L’assessore Zittignani ha anche annunciato una querela nei miei confronti proprio per i miei commenti su questa pagina. Comunque un risultato il nostro documento l’ha ottenuto, infatti tutti i gruppi di minoranza, votando l’ordine del giorno, hanno in pratica sconfessato l’assegnazione del premio, che già da ora non è più il Premio alla sicurezza della città di Cesena, ma solo della maggioranza PD – Pdci.

  7. Pietro 20 Dic 2008 / 16:23

    Io elettore di sinistra, sono disgustato da questi politicanti di Sinistra che non tutelano la classe operaia. Conti e la Zittignani si vergognino e si dimettano, lascino le loro redditizie comode poltrone e vadano a fare gli operai a 1.100 €uro al mese. Sicuramente alla PARESA li assumeranno!!!

  8. stefano angeli 23 Gen 2009 / 21:57

    Oggi 23 gennaio 2009, dopo che il tribunale ha condannato l’amministratore delegato della società Paresa per la morte del dipendente, la commissione presieduta dall’assessore Zittignani ha deciso di revocare il premio alla azienda, riservandolo invece ai soli dipendenti. Un dietrofront totale rispetto alle posizioni che maggioranza e amministrazione avevano tenuto fino ad un mese fa. Si conclude così, nell’unico modo possibile, questa incresciosa vicenda in cui s’era incartato il comune di Cesena.

  9. Maria Grazia Bartolomei 24 Gen 2009 / 20:59

    La revoca del premio alla Paresa era l’unica soluzione, come dice Angeli. Se l’Amministrazione avesse fin da subito imboccato questa strada che avevo suggerito, condivisa da tutti i gruppi consiliari di opposizione, avrebbe fatto una figura meno brutta, essendo comunque poi giunta a revocare il premio e avendo quindi ammesso di aver sbagliato nel conferirlo. Sostenere che la revoca è stata determinata dalla non comprensione della gente circa le finalità del premio stesso, porta a dover ribadire che la revoca pone di fatto rimedio ad una possibile interferenza con un procedimento giudiziario ancora in essere, unico motivo per cui l’avevamo chiesta. Va inoltre osservato che la partecipazione dei lavoratori da sola non è sufficiente, senza l’impegno delle aziende, a mettere in essere un percorso virtuoso volto alla massima tutela della sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. Pertanto un premio dato ai lavoratori potrà anche essere un gratificante riconoscimento per il loro impegno, ma non può essere considerato un vero stimolo al miglioramento della situazione. Per il futuro meglio sarebbe prevedere, anzichè un premio, una segnalazione delle aziende che hanno, in un dato lasso di tempo, conseguito risultati su questo delicato fronte, andando oltre il rispetto delle prescrizioni di legge, essendo riuscite a coinvolgere tutti gli attori interessati.

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