Agriturismi: ristoranti con meno tasse?

“Si spende poco e si mangia bene”: è il ritornello quando si parla di ristorazione nelle aziende agricole. Ma c’è chi dice che si maschera altro. La Regione sta portando avanti una legge per riformare il settore

Agriturismi, serve ordine. Da almeno un paio d’anni si parla di riforma del settore: da una parte c’è chi li critica in quanto ritenuti ristoranti che non pagano le tasse, dall’altro sono indicati come semplici aziende agricole che possono fornire pasti con i prodotti aziendali più posti letto.

A questo proposito la Regione Emilia Romagna ha avanzato delle proposte di modifica dell’attuale legge. Nuove norme per gli agriturismi all’insegna della “tradizione, tipicità, e valorizzazione dei prodotti dell’agricoltura dell’Emilia- Romagna”. E’ questo il titolo del nuovo progetto di legge per una disciplina degli agriturismi, approvato dalla Giunta regionale, che punta a “promuovere la qualità e la ruralità degli agriturismi della regione – spiega l’assessore all’agricoltura Tiberio Rabboni – con la convinzione che la loro caratterizzazione e la forte distintività del tipo di offerta sia il punto di forza del settore”.

Il testo, in discussione all’Assemblea legislativa in questo periodo, prevede vincoli per garantire la A qualità, controlli e sanzioni, incentivi per aumentare la ricettività delle strutture e promuovere la produzione agrolimentare regionale tipica.

“L’attività degli agriturismi è complementare a quella agricola”, sottolinea Rabboni. “Le nuove norme, nelle quali abbiamo tenuto conto di tutti gli interessi in gioco e del punto di vista delle associazioni di categoria, puntano a incentivare le scelte di qualità e la caratterizzazione dell’offerta agrituristica”.

Il titolare dell’azienda agrituristica in Emilia-Romagna dovrà essere un agricoltore e dedicare il numero maggiore di giornate lavorate all’attività agricola. Le strutture potranno essere create solo all’interno di edifici già esistenti. L’80% dei prodotti utilizzati per i pasti dovranno provenire dallo stesso agriturismo, da aziende agricole del territorio o essere composto da prodotti regionali a marchio controllato (doc e dop); e anche per la restante quota pasti e bevande dovranno provenire preferibilmente da artigiani alimentari della zona e riferirsi alla tradizione regionale.

L’attività di ristorazione non potrà superare la media mensile (e non più annuale) di 50 pasti giornalieri. Tale limite potrà essere elevato di due pasti aggiuntivi per ogni camera o piazzola presente nell’agriturismo, per incrementare la presenza di turisti e le occasioni di soggiorni nel territorio. Sono resi obbligatori nel triennio e più stringenti i controlli di Province e Comuni per verificare il possesso e la permanenza dei requisiti soggettivi e produttivi. Per chi non rispetta le regole sono previste multe.

La nuova disciplina incentiva la qualità attraverso la promozione dei club di eccellenza, dando loro la priorità nell’utilizzo delle risorse pubbliche regionali e comunitarie. I club potranno essere costituiti volontariamente dagli agriturismi che si impegnano a rispettare particolari disciplinari qualitativi (relativi alle caratteristiche architettoniche degli edifici, ai menù offerti, alla prevalenza di materie prime aziendali, ai servizi di accoglienza). Per esercitare l’attività agrituristica sarà sufficiente presentare al Comune e all’Ausl una dichiarazione di inizio attività.

Al 31 dicembre 2007 in Regione sono attivi 809 agriturismi che dispongono di 6544 camere e somministrano complessivamente 3.173.652 pasti annui. La nuova disciplina punta a valorizzare il patrimonio economico, socio-culturale e ambientale del territorio rurale nonché ad integrare il reddito dell’impresa agricola secondo le indicazioni dell’Unione Europea e della nuova legge quadro nazionale del settore, approvata dal Parlamento italiano nel febbraio del 2006.

Pubblicato mercoledì 8 Ottobre 2008 alle 17:30

4 risposte a “Agriturismi: ristoranti con meno tasse?”

Commenti

  1. stefano angeli 10 Ott 2008 / 17:27

    Vorrei sottolineare che la commissione consiliare da me presieduta ha elaborato, su mia iniziativa, una serie di proposte d’emendamento (unanimemente approvate) a questo progetto di legge regionale che rischia di snaturare l’attività agrituristica e di creare situazioni di concorrenza sleale.
    Gli emendamenti da noi proposti, che l’assessore Leonardo Belli s’è impegnato a trasmettere in Regione, chiedono tra l’altro di ridurre l’incremento di camere rispetto alle previsioni della nuova legge, un aumento della percentuale di prodotti erogati che devono essere prodotti in azienda, anzichè una riduzione come prevede invece la legge proposta dalla giunta regionale ed un contenimento delle nuove norme edilizie ed urbanistiche che darebbero troppa possibilità di deroga ai comuni per le possibilità edificatorie delle aziende agrituristiche. Il tutto tentando di salvaguardare le caratteristiche peculiari dell’attività agrituristica, rafforzare il legame con l’attività agricola ed impedire la concorrenza sleale nel campo della ristorazione, alberghiera e del turismo in genere.

  2. Maria Grazia Bartolomei 13 Ott 2008 / 13:06

    Angeli non avrà difficoltà a riconoscere che hanno fattivamente partecipato a proporre modifiche alla proposta di legge in questione anche il capogruppo dei “Verdi” e il Capogruppo dell'”Udc per la Costituente dell’Unione di Centro” oltre alla sottoscritta, in qualità di esperta della Commissione consiliare. L’auspicio a questo punto è che la procedura seguita non riduca il nostro comune impegno ad un semplice esercizio culturale, senza poter neppure giungere agli organi regionali decisionali.

  3. stefano angeli 16 Ott 2008 / 00:27

    Assolutamente alcuna difficoltà, gli emendamenti sono stati unanimemente approvati e i proponenti sono stati Gustavo Baronio (Udc), Davide Fabbri (Verdi) ed il sottoscritto (Gruppo della LIbertà)

  4. Agriturismo colle di val d'elsa 11 Mag 2009 / 22:48

    50 pasti giornalieri sono veramenti tanti,tutti gli agriturismi che conosco hanno un numero di camere che va 2 a 6 proprio quando sono grandi.

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