Azeglio Vicini, il gentiluomo

Un libro sul cesenate c.t. della nazionale

di Cristiano Riciputi

Lo sport dovrebbe essere vissuto così come Azeglio Vicini lo ha vissuto. Nato 75 anni fa a Cesena, nella borgata di San Vittore, tirò i primi calci al pallone a Cesenatico, dove si era trasferita la famiglia. Nei primi anni ’50 passò al Cesena e da lì iniziò una sfolgorante carriera fatta di tanta serie A e poi della lunga trafila Federale fino al terzo posto della nazionale di calcio a Italia ’90, senza essere mai sconfitti.

A ferragosto i lettori del Carlino hanno ricevuto in omaggio un libro che racconta, con poco testo e tantissime foto, il percorso di questo ’gentiluomo’. Un ’signore’ dentro e fuori dal campo, che da calciatore, e tantomeno da allenatore, è mai stato espulso. Ma, incredibile a dirsi, neppure ammonito quando calcava i campi da calcio.

“Mister, di solito i libri vengono scritti quando uno muore: sarà contento di poterne sfogliare uno in… anticipo” ha scherzato un giornalista la sera della presentazione. E Vicini, col sorriso, sulle labbra ha risposto: “Ho tanti amici in Romagna”. Organizzata dal Panathlon Club di Cesena, la presentazione, all’hotel Casali di Cesena, ha stretto attorno a Vicini gli amici più cari. Non mancavano neppure alcuni giocatori come Ruggiero Rizzitelli, pugliese ma cesenate d’adozione (oggi abita a Sant’Egidio), che in nazionale ha esordito proprio grazie al ct romagnolo.

Un personaggio, Azeglio, sempre al di sopra delle polemiche, in grado di accettare la sconfitta come la vittoria. “Certo, la delusione per la sconfitta in semifinale, ai rigori, con l’Argentina a Italia ’90 fu grandissima – ha detto – ma nella vita le soddisfazioni non sono mancate”.
Quando prese il testimone da Enzo Bearzot travasò nella nazionale maggiore 10 giocatori su 11 della sua under 21: una scelta mai vista e che mai più, forse, si ripeterà.

Legatissimo alla famiglia, alla moglie (soprannominata da Dionigio Dionigi la ’commissaria’) e ai tre figli, pur abitando a Brescia 9 mesi l’anno non si dimentica della sua Romagna. Così come non se ne dimenticò nel 1993 quando, con il Cesena nei bassifondi della classifica di serie B, accettò le implorazioni del presidente Edmeo Lugaresi e in 12 partite portò i bianconeri al 9° posto. Gente d’altri tempi, sportivamente e umanamente.

Pubblicato venerdì 22 Agosto 2008 alle 00:02

Una risposta a “Azeglio Vicini, il gentiluomo”

Commenti

  1. Delio Canali 13 Giu 2010 / 23:52

    Io ricordo Azeglio Vicini con grande affetto, con tanta stima e ammirazione, un uomo veramente straordinario , un maestro di vita e di sport.
    Bisognerebbe che prendessero esempio da Lui , il mondo , non solo sportivo, ne trarrebbe un gran beneficio.

    Tanti auguri di ogni bene Signor Azeglio Vicini

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