Immondizia, rivoluzione alla porta di casa

Il Consiglio comunale di Cesena discuterà la petizione del Miz

Buttare di meno e buttare meglio per non buttare via il proprio futuro. Da tempo la raccolta differenziata dei rifiuti non è più materia da ambientalisti. Tutti ormai concordano sul fatto che non si possa continuare a produrre rifiuti senza pensieri. E tanto meno smaltirli a cuor leggero. A ricordarcelo una volta di più, se mai ce ne fosse bisogno, sono le immagini televisive della situazione campana o l’esosa bolletta di Hera per i servizi d’igiene ambientale.

A grande richiesta

E’ possibile gestire i rifiuti meglio di come si è fatto finora? Il Movimento impatto zero (Miz) sostiene di sì. L’associazione, nata due anni fa da alcuni “amici di Beppe Grillo”, ha raccolto a Cesena 2mila firme per far partire la raccolta porta a porta dei rifiuti al quartiere Oltresavio.

Le firme sono state consegnate al protocollo del Comune a metà gennaio. Due mesi dopo però le aspettative del movimento sono state gelate. Il sindaco Giordano Conti e l’assessore all’ambiente Severino Bazzani hanno abbozzato un ringraziamento al Miz per l’importante contributo, riservandosi però di aspettare un nuovo piano dell’Agenzia di ambito territoriale ottimale (Ato, l’authority locale per acqua e rifiuti). L’Amministrazione, in particolare, vuole valutare con attenzione i costi del sistema porta a porta, considerato da alcuni esperti più costoso dei tradizionali cassonetti.

Ora la petizione del Miz, dopo un’udienza in commissione, sarà discussa ufficialmente dall’intero Consiglio comunale il 23 aprile prossimo.

Appuntamento col bidone

Ma su che cosa si basa il porta a porta e perché dovrebbe costare di più? Il sistema rovescia quello attuale di raccolta rifiuti, fatto di cassonetti, bidoncini e campane del vetro. I contenitori scompaiono dalle strade mentre gli addetti alla raccolta rifiuti passano a ritirare l’immondizia casa per casa, seguendo un certo schema.

A Forlimpopoli, dove il sistema è partito nell’ottobre 2006, i cittadini hanno ricevuto bidoncini diversi per rifiuti organici, carta e cartone, vetro, plastica e metalli, rifiuti indifferenziati. Una volta separati i rifiuti, ogni bidoncino va esposto fuori dalla porta di casa in certi giorni e in certi orari. L’indifferenziato, per esempio, a Forlimpopoli viene ritirato ogni martedì e sabato. In questo modo la cittadina artusiana è divenuta la punta di diamante della raccolta differenziata in provincia, toccando il 70 per cento di rifiuti selezionati per il riciclaggio (68,7 per cento medio, con punte del 75).

Balletto di cifre

I passaggi degli operatori porta a porta, però, costerebbero di più rispetto al tradizionale svuotamento dei cassonetti via camion. A sostenerlo è stato anche il presidente della Provincia e di Ato Massimo Bulbi, che nel gennaio scorso parlò di costi più alti del 15-20 per cento.

Ma sulle cifre non esistono posizioni univoche. A Forlimpopoli Hera ha stimato costi di poco superiori ad un milione e mezzo di euro. Ato si è fermata a 1,3 milioni mentre l’esperto nominato dal Comune (l’ingegnere e docente Natale Belosi) sostiene che il porta a porta sia costato “solo” 1,1 milioni di euro.

“Il sistema non costa di più – sostiene Barbara Martini del Miz – perché a fronte di un numero maggiore di passaggi si risparmia il costo del conferimento di molti rifiuti in discarica. I cassonetti esistenti si possono spostare altrove e, cosa più importante, il rifiuto da riciclare è di qualità migliore. Oggi infatti con il sistema a cassonetti ci sono troppi rifiuti “impuri”. Basta un 30 per cento d’impurità per mandare in discarica un rifiuto riciclabile”.

Un danno economico e d’immagine, capace d’alimentare oltre misura la tesi del “tanto va tutto a finire in discarica”. Il porta a porta, all’opposto, puntando sulla responsabilizzazione dei cittadini permette di raccogliere rifiuti da riciclare di maggiore qualità. Oltre a portare, sulla carta, benefici per il portafoglio, con la possibile applicazione di una tariffa rifiuti “puntuale” che rispecchi la propria produzione d’immondizia. A Forlimpopoli non è stata ancora introdotta, ma l’obiettivo di lungo termine è proprio questo: fare in modo che chi più ricicla più risparmi.

Nuove strade per i rifiuti

“La discarica della Busca va verso l’esaurimento – continua la Martini – e servono scelte coraggiose. Il quartiere Oltresavio ha 18mila abitanti contro i 12mila della vicina Forlimpopoli. Si potrebbe creare finalmente un bacino ampio d’impiego del porta a porta”.

Il Miz evita di parlare di “sperimentazione” dato che il sistema porta a porta è già stato adottato con successo in molte altre realtà locali. E ben otto quartieri di Cesena su dodici gli hanno dato ragione, mentre cinque si sono detti pronti ad abbracciare il nuovo sistema.

Hera, al contrario, ha proposto un aumento dei cassonetti per la raccolta differenziata nel quartiere Cesuola: “Una strada già percorsa in passato da Forlimpopoli – commenta la Martini – senza successo. Solo la raccolta porta a porta è riuscita a portare al 70 per cento la raccolta differenziata nel comune artusiano”.

Eppure Cesena sembra guardare con interesse più al sistema misto proposto da Hera che alle esperienze vicine. La città malatestiana nel 2007 si è fermata al 37,7 per cento di rifiuti raccolti in modo differenziato, poco meno di 26mila tonnellate sul totale di 68mila e 800 tonnellate raccolte nei confini comunali. Nella percentuale però sarebbero compresi anche i conferimenti assimilabili al rifiuto urbano, come gli scarti dei magazzini ortofrutticoli e delle medio-grandi industrie.

“A Forlì il porta a porta partirà a luglio nel quartiere Ronco – incalza la Martini – e il sistema sarà adottato anche da Bertinoro. Meldola e Castrocaro ne hanno chiesto l’adozione. L’Oltresavio potrebbe essere la naturale estensione di quest’area. E’ vero che una scelta così importante cadrebbe ad un anno dalle elezioni. Ma Cesena ha bisogno di scelte coraggiose e non può permettersi di rimanere bloccata per un anno”.

Un futuro di monnezza?

In un’ottica di medio-lungo termine il sistema porta a porta non porterebbe solo una riduzione dei rifiuti da mandare in discarica, ma una riduzione dell’immondizia complessiva. Secondo alcuni studi si potrebbe scendere a 300 chili annui contro una media nazionale di 500-550 chili. Per Cesena, che produce ogni anno secondo i dati del Miz 700 chilogrammi di rifiuti per abitante, sarebbe una svolta epocale.

Oggi la città è ai vertici della poco invidiabile classifica nazionale dell’immondizia, vicina al record italiano di 750 chili per abitante. Una situazione potenzialmente insostenibile, da disinnescare con un’attenzione nuova e diversa da parte di tutti al tema dei rifiuti.

Michelangelo Bucci
Pubblicato mercoledì 16 Aprile 2008 alle 17:30

6 risposte a “Immondizia, rivoluzione alla porta di casa”

Commenti

  1. cilex 22 Apr 2008 / 16:02

    ma poi è stata votata oppure bocciata questa proposta?
    è stata accettata dal comune. Penso che questa dei rifiuti reciclabili siano i rifiuti del futuro, e che un investimento in questo senso, non dà cambiamenti nel presente ma nel futuro. I soldi in discarica sono solo soldi buttati via, in attesa di un vero progetto di cambiamento. I rifiuti sono considerati i maggior problemi dei paesi sviluppati insieme all’inquinamento.

  2. Alberto Busato 24 Apr 2008 / 10:05

    Secondo me, la raccolta differenziata dovrebbe articolarsi in questi punti:
    1) Porta a porta per rifiuti speciali da destinare al riciclo: vetro, carta e cartoni, metalli, plastica;
    2) Cassonetti stradali per rifiuti da destinare al compostaggio (trasformazione in terriccio per mezzo di lombrichi)
    Il sistema dello smaltimento con i cosiddetti “termovalorizzatori” dovrebbe essere impiegato con basse potenze, piccoli impianti. Si deve tener presente (capire) che i sistemi di smaltimento dei rifiuti devono essere diversificati, allo stesso modo della produzione di energia. Questa deve essere impostata su tutte le fonti possibili, riducendo al minimo la combustione con l’ossigeno (progressiva riduzione dell’uso del petrolio). Le fonti alternative al petrolio si dividono in due gruppi:
    1) Fonti rinnovabili: solare (fotovoltaica, diretta (sistema Archimede) endogena), fluidica (venti e maree), da bio masse (cereali e cascami agricoli), idroelettrica (fluviale con creazione di invasi per mezzo di dighe in terra battuta)
    1) Nucleare (Centrali di III e IVGenerazione, a sicurezza intrinseca e assenza di scorie radioattive (per la IVGenerazione))
    Mentre l’energia da fonti rinnovabili serve per il risparmio energetico (case ecologiche), l’energia da nucleare serve per scopi richiedenti grandi potenze, quali produzione di idrogeno per via elettrolitica per uso autotrazione (motorizzazione ad idrogeno)
    Il discorso dell’energia l’ho fatto per fare capire (ma in una email non posso dimostrarvelo) che la filosofia da adottare per uno scopo “in grande” (sia esso, smaltimento dei rifiuti o produzione di energia) è quella dei mezzi diversificati co-operativi.
    Cordiali saluti
    ing. Alberto Busato

  3. Paolo Marani 31 Lug 2008 / 22:14

    Caro Ing. Busato,
    Lei ha sostanzialmente ragione, con il distinguo che anche i rifiuti organici possono benissimo rimanere in casa per fare compostaggio domestico o di condominio, come l’esperienza di forlimpopoli ha confermato. Se lasciassimo cassonetti per le strade anche se per il solo organico ne verrebbe vanificata la raccolta, dato che parecchi potrebbero inquinarlo gettandoci dentro l’indifferenziato.
    Riguardo alla diversificazione delle fonti energetiche, ha ragione, ma sia le fonti rinnovabili che il nucleare hanno bisogno di tempi lunghissimi per andare a regime, e questi tempi non li abbiamo, dato che siamo già al picco del petrolio.
    La filosofia è una bella cosa, ma la realtà è un altra, fatta di inceneritori a gogo, progressiva diminuzione delle rinnovabili (si, diminuzione, dell’ 1% nel 2008), incentivi ai consumi energetici (anzichè al risparmio).
    Infine, la petizione sul porta a porta a cesena è stata bocciata, come volevasi dimostrare!

  4. Alberto Busato 01 Ago 2008 / 14:05

    Caro Paolo Marani,
    un po’ approvi, un po’ sembra che non approvi quanto ho asritto, ma non ho capito bene i nessi. Siamo in un periodo di transizione e tutti parliamo un po’ così. Aspettando che la tecnologia avanzi. Ora, sembra che arrivino nuove macchine di trasformazione rifiuti. E’ una materia in evoluzione. Ma certamente avrà una soluzione ottimale e globale. Forse per il momento è bene fare progetti a breve termine.
    Alberto

  5. stefano angeli 02 Ago 2008 / 23:50

    Il porta a porta a Cesena, come altrove, è stato bocciato dai nostri consigli comunali col voto delle maggioranze di centrosinistra perchè è un sistema che non conviene a Hera. Del fatto che poi invece convenga ai cittadini e all’ambiente a queste maggioranze non sembra interessare.

Siti Internet che citano questo articolo

  1. Il comune di Cesena e la raccolta differenziata dei rifiuti con modalità porta-a-porta | Cesena Blog 04 Ago 2008 / 15:42

    […] ai voti domani pomeriggio, mercoledì 23 aprile. Per maggiori dettagli consigliamo la recente intervista di Bucci ad alcuni rappresentanti del movimento. Condividi: Queste icone linkano i siti di social […]

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