Ordinanze di carta straccia?

Il Comune ordina lo sgombero del Confino. Poi fa finta di nulla

CESENA – “Al Confino” è a un passo dallo sgombero? Poco prima di Natale il Comune di Cesena ha emesso un’ordinanza che intima agli occupanti abusivi dell’ex scuola elementare di Pontecucco, tra San Giorgio e Pioppa, di liberare i locali entro il 5 gennaio.

Il termine è scaduto e pare che nessuno abbia intenzione di muovere un dito. Mentre gli occupanti si preparano a vendere cara la pelle, con cortei di mobilitazione e scritte spray a raffica sui muri della città.

Dopo un decennio di tensioni sotterranee, ma continue, alla fine qualcuno ci rimetterà la faccia. Il braccio di ferro tra il Comune e gli occupanti dell’ex-scuola va avanti, con interlocutori diversi, dalla metà degli anni ’90. Un confronto che si è trascinato nel tempo senza risolvere nulla.

Da un lato gli squatter, “eredi” della prima occupazione storica della scuola che ne aveva fatto un Centro sociale autogestito di estrema sinistra. Con l’arrivo degli anarchici, otto anni fa, è stata accantonata la definizione di centro sociale, sostituita da quella di “individualità libertarie”. Il nome però è stato mantenuto: “Al confino”. Una definizione in grado di rispecchiare tanto la posizione dello Squat, ai confini del territorio comunale, quanto la propria dissidenza nei confronti del “regime”. Chi occupa l’ex scuola si sente un perseguitato politico, alla pari degli oppositori del fascismo mandati al confino durante il Ventennio.

Di fronte a loro sta il Comune di Cesena. Che, si badi bene, non rivuole indietro i locali. Al contrario, sarebbe ben lieto di concederli con tutti i crismi della legalità ai giovani occupanti. E qui sta il problema. Chi occupa il Confino non riconosce le Istituzioni e, con esse, il Comune. Ragion per cui ad un accordo non si potrà mai arrivare. Ai giovani anarchici il vecchio adagio “A caval donato non si guarda in bocca” non fa né caldo né freddo. Sono come i fuorilegge del vecchio West: hanno fatto razzia di cavalli, li sfruttano a loro uso e consumo e arrivano a insultare il legittimo padrone delle bestie che vorrebbe addirittura regalargliele.

Una situazione quantomeno paradossale. La prima ordinanza d’affidamento della scuola agli occupanti attuali risale all’agosto del 2001. E richiama quelle precedenti, dal ’94 in poi, quando la scuola venne concessa al cosiddetto “Centro di comunicazione antagonista”. Nel 2001 tre giovani occupanti del Confino andarono in Comune muniti di documento d’identità per accettare la delibera. Cui doveva seguire un contratto di comodato gratuito mai firmato. Mentre dei tre giovani, tra i 21 e i 28 anni al tempo, si persero le tracce. Una di loro venne in seguito fermata a Torino nel corso di attività anarco-insurrezionaliste.

Ed anche il Confino è finito nell’occhio dell’antiterrorismo. Nell’estate 2004 i Ros dei Carabinieri vi fecero irruzione all’alba alla ricerca, vana, di documenti utili all’inchiesta sugli attentati alla scuola spagnola Cervantes di Roma, al ferimento di un maresciallo dei Carabinieri e a diversi attentati dinamitardi compiuti in provincia di Viterbo.

“Io ho visitato il Confino – ha commentato l’assessore al progetto giovani Maria Grazia Zittignani – e vi ho trovato persone impegnate in attività ricreative e culturali. Hanno anche una biblioteca. Spero che la vicenda si possa risolvere senza arrivare allo sgombero”.

In effetti al Confino vengono organizzate serate d’informazione sul veganesimo (una forma più spinta di vegetarianesimo), apprezzati concerti di musica Goth (da taluni associata al satanismo), cene a sostegno degli anarchici arrestati e tornei di bigliardino.

Ma sempre e comunque nel rifiuto delle autorità costituite. Perché, come recitano gli occupanti in un volantino, bisogna “rivendicare la pratica dell’occupazione in quanto metodo volto alla riappropriazione ed al riutilizzo diretto, da parte dell’individuo, di spazi ad esso sottratti dalla logica della proprietà. Occupare per liberare. Liberare dalla disumanizzante logica del profitto, dallo squallido dualismo diritto-dovere. Liberare se stessi dall’attesa che qualcosa venga concesso, per riappropriarsi della gestione della propria volontà e dei propri bisogni senza tramiti né intermediari”.

Nessuna concessione, dunque, ai “regali” del Comune. Che, prima o poi, dovrà prenderne atto.

Michelangelo Bucci
Pubblicato venerdì 18 Gennaio 2008 alle 00:05

Siti Internet che citano questo articolo

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    […] 27, 2008 di Redazione La lecita domanda se la pone il giornalista Michelangelo Bucci (Corriere Cesenate) e riguarda l’ex-scuola […]

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  7. Per Michelangelo Bucci 24 Giu 2008 / 18:31

    […] ti posto dal mio sito visto che la censura qui la faccio io. Mi sono trovato a leggere un tuo articolo sul “Confino” dove tra le altre cose scrivevi : “Di fronte a loro sta il Comune […]

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